UK, i nuovi controlli Brexit allarmano l'industria della carne
Secondo l'associazione dei trasformatori, il governo britannico avrebbe minimizzato i costi dei nuovi controlli per l'import Ue
Proprio nel momento in cui il settore delle carni inglesi sta dando il massimo (vedi articolo EFA News) arriva la nuova Brexit e, con i controlli fisici sui prodotti alimentari freschi importati dall'Unione Europea appena entrati in vigore (vedi articolo EFA News) mette i bastoni fra le ruote degli autotrasportatori britannici. Lo conferma la Bmpa, la British meat processors association, l'Associazione britannica dei trasformatori di carne, che accusa il governo britannico di avere minimizzato i costi dei nuovi controlli alle frontiere post-Brexit sulle importazioni.
"Il pieno impatto del Border target operating model (Btom) del Regno Unito, entrato in vigore il 30 aprile 2024, si fa sentire, ed è tutt'altro che banale", sottolinea in un comunicato l'associazione che rappresenta la maggior parte delle aziende che lavorano nell'industria della carne britannica. Il Defra, ossia il dipartimento dell'Ambiente, dell'alimentazione e degli affari rurali ha affermato che i nuovi requisiti per l'importazione costerebbero complessivamente "330 milioni di sterline all'anno (387,2 milioni di Euro), per tutte le importazioni dall'Ue" e attraverso tutti i porti di ingresso, compresi i costi amministrativi aggiuntivi. Il ministro Lucy Neville-Rolfe, aggiunge l'associazione, ha stimato che "circa la metà" di questi 330 milioni di sterline sarebbero stati destinati alla certificazione sanitaria, lasciando solo 165 milioni di sterline (quasi 200 milioni di Euro) per le tasse portuali.
"Nonostante questa affermazione -sottolinea la nota della Bmpa-, il reale onere finanziario per gli importatori, e in ultima analisi per i consumatori, è significativamente più alto". Il Dipartimento governativo, secondo l'associazione, "ha minimizzato i costi, stimando un effetto minimo sull'inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari e prevedendo un aumento inferiore allo 0,2% in tre anni". Tuttavia, gli importatori si trovano ad affrontare oneri sostanziali che vanno ben oltre queste stime. "L'attenzione del governo -dice la Bmpa- si è concentrata sul Common user charge (Cuc), che si applica alle movimentazioni commerciali di prodotti animali e vegetali attraverso il porto di Dover e l'Eurotunnel, per i prodotti a medio rischio come la carne fresca, con un tetto massimo di 145 sterline (170 Euro) per camion".
I costi reali, invece, "dipingono un quadro nettamente diverso". Il "massimale" si riferisce a una spedizione che utilizza un documento sanitario comune di entrata (Ched) e non il carico di un camion: è ipotizzabile che un singolo camion con a bordo un carico di gruppo, ad esempio cinque spedizioni con cinque Ched, debba pagare 725 sterline (850 Euro).
Un costo aggiuntivo cruciale e poco pubblicizzato, oltre al Cuc proviene, secondo la Bmpa, dall'Autorità sanitaria portuale. La tassa di documentazione e ispezione dell'Autorità sanitaria portuale di Ashford per le spedizioni di Dover e dell'Eurotunnel parte da 66 sterline (77,4 Euro) per carichi fino a 6 tonnellate, più 11 sterline per ogni tonnellata aggiuntiva. Queste tariffe sono separate dalla Common user charge: "il semplice fatto -scrive la Bmpa- è che questa tassa viene imposta per fare nient'altro che un controllo online e automatizzato del Ched".
"Il governo ammette ora che ciò che non è stato chiaramente spiegato nelle sue linee guida è che questa tassa viene applicata a tutte le partite di prodotti animali a medio e alto rischio, indipendentemente dal fatto che vengano sottoposte a controlli fisici -spiega Peter Hardwick, consulente per le Politiche commerciali della British meat processors association-. Solo il 2% delle partite viene sottoposto a controlli fisici, quindi la stragrande maggioranza viene fatta passare senza un secondo sguardo, ma la tassa viene applicata comunque".
"Consideriamo solo i prodotti importati di origine animale -prosegue Hardwick-. Con almeno 1.000 camion carichi di prodotti a medio e alto rischio che transitano ogni giorno per Dover e l'Eurotunnel, il costo giornaliero supera le 240.000 sterline (pari a oltre 281 mila Euro), traducendosi in un onere annuale di 88 milioni di sterline (oltre 103 milioni di Euro), che non è assolutamente allineato con il livello effettivo dei controlli. E il traffico attraverso Dover ed Eurotunnel rappresenta solo un terzo di tutti i prodotti animali che entrano nel Paese".
"Ricordate, queste sono solo le nuove tasse portuali che stiamo descrivendo -aggiunge il manager-. Non sono inclusi i numerosi altri costi nascosti che vengono inseriti nei prezzi dei prodotti alimentari importati, tra cui l'enorme costo di tutta la nuova burocrazia e le pratiche burocratiche che ora devono essere svolte da veterinari e amministratori prima ancora che un camion lasci la fabbrica".
Per tutto questo, la Bmpa chiede al governo di rivedere con urgenza questi oneri che, dice, "contrariamente alle affermazioni del Defra di un impatto minimo, sono destinati ad aumentare significativamente i prezzi al consumo".
EFA News - European Food Agency