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Macfrut /2. Mela e kiwi: tutti i benefici (e i rischi) del miglioramento genetico

Due case history per ciascuna filiera gettano una luce nuova sul futuro del settore

Il convegno promosso da Macfrut (leggi notizia EFA News) ha concentrato l’attenzione anche a due filiere: melo e kiwi. Partiamo dal melo con l’intervento di Walter Guerra del Centro di sperimentazione Laimburg. “L’attività di miglioramento genetico del melo a livello globale ha raggiunto i massimi storici come intensità. È auspicabile che anche in futuro i tanti nuovi ibridi vengano testati nell’ambito di prove indipendenti come quelle della rete Eufrin con oltre 20 istituzioni pubbliche europee, tra cui 5 italiane, prima di essere messe a dimora con un investimento importante a lungo termine. Oltre agli ibridi nel mondo del melo", ha aggiunto Guerra, "si riscontrano una miriade di mutazioni sempre più simili che mettono a dura prova gli esaminatori del criterio della distinguibilità, una delle prerogative per ottenere una privativa. Il melo è la specie frutticola in cui sono nati i primi progetti di introduzione sul mercato con vincoli di esclusività, allo stato attuale si contano oltre 70 cosiddetti club”.

Sul melo si è soffermato anche Jurgen Braun, variety management del Kiku. “Tutti questi club vogliono creare benefit per la filiera, vogliono rafforzare l´offerta, offrendo per definizione un prodotto di nicchia. Al centro delle attenzioni", ha spiegato Braun, "stanno il produttore ed il consumatore, i key player della filiera: da una parte il produttore per offrirgli una remunerazione più attrattiva rispetto alle varietá libere, e per incentivarlo a produrre costantemente qualitá altissima. Tutto questo a beneficio del consumatore, il quale vuole anche essere corteggiato con un marchio attrattivo e pieno di contenuti autentici e validi. Subentrano dunque diversi concetti di promo-comunicazione, ma anche di commercializzazione stessa per tutti questi club”. Braun ha poi proposto due case study, del marchio Kiku per illustrare un “club light” oppure semi-libero, e la nuovissima Crimson Snow come club vero o proprio oppure “Club tight”.

Il secondo case history ha interessato la filiera del kiwi. A partire da Raffaele Testolin dell’Università degli Studi di Udine. “Le varietà di actinidia attualmente coltivate in Italia sono per gran parte gestite da editori (o club), mentre le varietà libere restano poche (Hayward, tra quelle a polpa verde, Jinfeng, tra quelle a polpa gialla, e poche altre). Tutte le varietà più recenti sono gestite da editori. L’editore prende in carico dal breeder la varietà e organizza l’intera filiera, dalla moltiplicazione delle piante alla vendita del prodotto, secondo un ‘business plan’ che, se ben progettato e controllato, garantisce un’adeguata remunerazione a tutti gli attori della filiera (o stakeholder, come si dice oggi). Per il kiwi, che ha una lunga conservabilità frigorifera, è spesso richiesto all’editore l’organizzazione della produzione nei due emisferi, al fine di gestire il prodotto 12 mesi all’anno e dare continuità di offerta alla clientela internazionale. Se l’editore ha fatto un buon ‘business plan’ e lavora bene", ha concluso Testolin, "tutto fila liscio; se l’editore non è in grado di fare con professionalità il proprio mestiere, sono danni per tutti, ma certamente il lancio di una nuova varietà richiede investimenti e professionalità, altrimenti il beneficio rischia di essere solo per i vivaisti”.

Infine Ugo Palara, presidente New Plant, che ha spiegato: “Nell’articolato mondo dei club, New Plant, a nome e per conto della propria base sociale, fatta di grandi OP emiliano-romagnole, ha puntato su una nuova varietà a polpa verde che non si contrappone alla classica Hayward, ma sta a significare il tentativo di aprire un nuovo segmento di mercato nel settore premium. Dulcis, questo il nome della nuova cv, è un prodotto innovativo, di alta qualità organolettica, a polpa verde, dolce-acidula, aromatica che nei primi test commerciali ha incontrato un grande favore da parte dei consumatori. Dulcis è un marchio di prodotto dietro al quale si collocano un rigido disciplinare di coltivazione, precisi standard qualitativi e una strutturazione di marketing e vendita coordinata e condivisa da Agrintesa, Apofruit e Orogel Fresco, unici licenziatari in Italia a poter produrre e vendere. Allo scopo", ha concluso Palara, "è stata costituita la soc. Dulcis Kiwifruit Company. Tendiamo sempre a rimarcare che il progetto Dulcis è un progetto tutto italiano, frutto della partnership con istituti di ricerca nazionali, e tutto cooperativo, ovvero a vantaggio soprattutto dei frutticoltori”.

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EFA News - European Food Agency
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