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Italia sempre più impegnata nella sua battaglia del grano

Coldiretti e Cia schierati dalla parte del protezionismo a tutela della produzione made in Italy


“Dobbiamo tutelare i produttori di grano italiano da importazioni sleali, come quelle che si stanno moltiplicando da Russia e Turchia". La dichiarazione perentoria è di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, molto impegnato in questi giorni a difendere il made in Italy dagli attacchi sia delle multinazionali che dei "nemici" stranieri. 

A dare la stura ai nuovi interventi di Coldiretti è il via libera Ue ai dazi maggiorati sul grano russo e bielorusso in vigore a partire dal 1° luglio per evitare la destabilizzazione del settore agricolo europeo (vedi articolo EFA News). La decisione, mette in risalto proprio Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga, interviene in una situazione che ha visto, l'anno scorso, gli arrivi di cereale dalla Russia aumentare del 1.000% con un effetto dirompente sui prezzi pagati agli agricoltori, crollati sotto il livello dei costi di produzione. 

Una situazione, denuncia la confederazione, che si sta ripetendo anche quest’anno, con gli arrivi di cereali, soprattutto da Ankara, che si stanno intensificando in vista dell’inizio della trebbiatura in Italia "riversando sul mercato una mole di prodotto tale da provocare un nuovo crollo delle quotazioni pagate alle imprese agricole nazionali e favorire così le speculazioni".
Proprio per denunciare questo fenomeno la mobilitazione della Coldiretti si è estesa ai porti con gli agricoltori andati all’arrembaggio della nave Alma nel porto di Bari carica di grano turco, giunto nello scalo pugliese dopo essere stata rifiutata dalla Tunisia e passata per la Grecia (vedi articolo EFA News).

"Servono -dice Prandini riferendosi a quella che ormai è nota a tutti come la battaglia del grano che l'Italia sta combattendo contro le invasioni estere- misure temporanee ed eccezionali come quelle approvate in queste ore, ma serve ancora di più il rispetto del principio di reciprocità". 

"Le regole che vengono imposte ai nostri agricoltori -aggiunge Prandini- devono valere per chi vuole vendere da noi. Allo stesso tempo chiediamo la modifica del codice doganale sull’origine, cancellando il concetto di ultima trasformazione sostanziale. Stiamo raccogliendo un milione di firme in tutta Europa per avere l’obbligo di inserire l’origine in etichetta su tutti gli alimenti”.

Anche Cia-Agricoltori italiani è schierata dalla stessa parte del fiume per quanto riguarda la questione del grano. "Servono risposte chiare agli agricoltori", sottolinea l'organizzazione secondo cui "il Registro telematico nazionale è l’unico strumento che può garantire trasparenza e tenere sotto controllo la consistenza delle scorte dei cereali, anche al fine di immettere sul mercato informazioni utili a ridurre la volatilità dei prezzi". Lo ha dichiarato il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, chiedendo la reintroduzione di Granaio Italia nel Dl Agricoltura, attualmente in discussione.

Granaio Italia, sottolinea Cia, "rappresenta il riconoscimento del valore del settore ed è uno strumento indispensabile per la tutela dei cereali prodotti in Italia: è, dunque, fondamentale che la tracciabilità non sia solo una responsabilità degli agricoltori, ma dell’intera filiera. Tale obiettivo deve riguardare, inoltre, tutti i diversi passaggi, soprattutto quando si tratta di prodotti importati dall'estero". 

Questa del contrasto al grano che arriva dall'estero, "è da sempre una delle priorità per Cia che ha anche raccolto, e consegnato alle istituzioni, 75 mila firme con una petizione per salvare il grano nazionale, oltre ad aver organizzato una mobilitazione, il 26 ottobre a Roma, per porre un freno concreto alla crisi del comparto, tra costi di produzione alle stelle e caro-prezzi".

Cia sottolinea con un comunicato l'auspicio "che Governo e Parlamento vogliano avviare al più presto il Registro Telematico e tutte le misure legate a Granaio Italia, dando risposte chiare ai produttori, in un momento in cui la redditività non è garantita e le semine diminuiscono".

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EFA News - European Food Agency
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