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Macfrut /2. Cvpo avanza proposta per riconoscimento varietà protette da privativa varietale

L'inserimento di simboli specifici conferirebbe ulteriore valore e prestigio alle produzioni italiane

Il convegno di Macfrut sul tema della certificazione volontaria del vivaismo frutticolo (leggi notizia EFA News) ha visto, tra gli altri, l'intervento di Francesco Mattina, presidente dell'Ufficio Comunitario delle varietà vegetali (Cvpo), che ha trattato il tema in un'ottica europea. “Il sistema di qualità del vivaismo riveste un ruolo fondamentale nel settore frutticolo, in particolare per le varietà protette da privativa varietale a livello comunitario", ha detto Mattina. "Questo sistema garantisce che le piante prodotte e distribuite siano di alta qualità, sane e conformi alle caratteristiche varietali richieste, il che è cruciale per mantenere la fiducia dei produttori e dei consumatori finali. In particolare, un sistema efficiente ha il merito di assicurare che le piante distribuite siano effettivamente della varietà dichiarata, evitando frodi e garantendo la purezza genetica. Esso garantisce che le piante siano sane e libere da patogeni, riducendo il rischio di malattie che potrebbero compromettere interi raccolti su larga scala; fornisce uno standard uniforme di qualità che i vivai devono rispettare, assicurando una produzione di piante omogenea e affidabile, e contribuisce alla sostenibilità economica del settore, poiché i produttori possono contare su piante che daranno frutti di qualità elevata e costante, migliorando la redditività degli agricoltori. Le varietà protette da privativa varietale sono soggette a diritti di proprietà intellettuale specifici. Questo tipo di protezione garantisce ai costitutori di nuove varietà vegetali il diritto esclusivo di sfruttamento commerciale per un periodo di tempo determinato, incentivando l'innovazione e la ricerca nel settore agricolo”.

Mattina fa poi una proposta sulla riconoscibilità delle varietà protette: “Sarebbe auspicabile l'adozione di un simbolo di riconoscimento per le varietà protette da privativa varietale, analogamente a quanto avviene per i marchi d'impresa ed il copyright. Un tale simbolo potrebbe rendere immediatamente riconoscibili le varietà protette da privativa varietale, aiutando agricoltori, distributori e consumatori ad identificarle facilmente. Inoltre, potrebbe contribuire a rafforzare la tutela legale delle varietà vegetali, rendendo l'applicazione dei diritti di privativa varietale e la lotta contro le violazioni meno complicate. Aumenterebbe altresì il valore percepito delle varietà vegetali protette, contribuendo ad un maggior apprezzamento dell’intenso lavoro di ricerca e sviluppo effettuato per crearle. Tale attività è infatti altamente dispendiosa e richiede ingenti investimenti in programmi di ricerca e sviluppo. Da ultimo, associare il simbolo a un concetto di qualità e affidabilità, contribuirebbe a migliorare la reputazione del settore frutticolo e dei prodotti che ne derivano”. Queste le conclusioni del presidente Cvpo: “Il sistema di qualità del vivaismo è essenziale per il settore frutticolo, in particolare per le varietà vegetali protette da privativa varietale. L'adozione di un simbolo di riconoscimento specifico per queste varietà non solo proteggerebbe meglio i diritti dei costitutori, ma contribuirebbe anche a una maggiore trasparenza e fiducia nel mercato, promuovendo al contempo l’investimento in innovazione e la qualità nel settore”.

Sull’attività del Masaf (Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) ha parlato Bruno Carlo Faraglia, direttore Disir V Produzioni Vegetali. “L’amministrazione con il Qvi ha ritenuto rafforzare l’elevata qualità dei materiali di propagazione prodotti all’interno dello schema di certificazione volontaria nazionale. Le possibilità suggerite e paventate da Mattina di mettere sui cartellini certificato i riferimenti al Cpvo per le varietà protette, conferirebbe ulteriore valore e prestigio alle produzioni italiane. Consapevoli che per la competitività dell’intero comparto ricopre molta importanza l’utilizzo di varietà protette, il Ministero ha definito i centri di saggio a livello nazionale per le prove Dus, presso istituzioni organizzate e con grandi esperienze nelle valutazioni varietali delle differenti specie. Queste istituzioni potrebbero altresì candidarsi a centri di saggio anche per il Cpvo. L’attenzione e l’impegno del Masaf verso queste tematiche è sempre alta, grazie anche al continuo e costante rapporto con gli stakeholders”.

A chiudere gli interventi Davide Vernocchi, presidente di ApoConerpo: “I produttori sono da sempre attenti alla qualità dei materiali di propagazione. Produrre buona e bella frutta è la miglior leva per la competitività delle filiere frutticole italiane. A testimoniare tale aspetto vi è la partecipazione nell’interprofessione Civi-Italia. Le filiere frutticole, come ampiamente dimostrato, guardano di buon occhio produzioni che, oltre alle garanzie genetiche sanitarie proprie della certificazione volontaria, riguardano anche varietà che permettono una segmentazione sul mercato per una miglior valorizzazione delle produzioni, anche in considerazione del cambiamento climatico”.

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EFA News - European Food Agency
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