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La Bolivia sdogana la prima birra prodotta dalle foglie di coca

L'Oms aveva autorizzato la sperimentazione: il birrificio Viejo Roble a La Paz inizia l'imbottigliamento

Si chiama El Viejo Roble (La vecchia quercia) ed è a La Paz, in Bolivia. Il nome non è dei più conosciuti, a parte in questo angolo di mondo, ma è destinato a fare il giro del globo perché è il primo birrificio a produrre una birra infusa di coca, la pianta da cui si ricava la cocaina. L'azienda sudamericana che finora aveva prodotto solo liquori dalle foglie di coca, ingrediente principale della cocaina, ha deciso di dare una svolta al suo business "provocata" da una recente decisione dell'Organizzazione mondiale della sanità che valuta i benefici "non stupefacenti" della coca.

La Bolivia, considerata terzo produttore mondiale di foglie di coca, grazie alla modifica della legislazione assiste negli ultimi tempi, secondo gli imprenditori del mercato boliviano, alla diffusione di varianti di nuovi prodotti legati alla coca, tra cui la nuova birra di El Viejo Roble. Parlando della nuova birra, il direttore dell'azienda, Adrián Álvarez, dichiara: “la birra può essere amara, ma il tocco dolce che le diamo con la coca la rende più gradevole”. Attualmente in fase di imbottigliamento da parte dei lavoratori del sito di El Viejo Roble, la bevanda si unirà presto agli altri prodotti della distilleria boliviana, quelli a base di vodka e rum infusi di coca, già venduti in lotti sia al governo che ai turisti, ma che non hanno ancora varcato i confini della regione.

Al momento, il nuovo prodotto rimarrà limitato alle fiere artigianali in Bolivia e Perù, dove la foglia è legale a condizione che non venga utilizzata per produrre cocaina. Per il resto del mondo, una convenzione delle Nazioni Unite classifica ancora la foglia di coca come narcotico e quindi impone ancora un divieto generalizzato sulla pianta in quanto considerata droga.

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EFA News - European Food Agency
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