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CLARA MOSCHINI

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I distretti agroalimentari italiani chiudono il 2023 con un +4,5%

Monitor di Intesa Sanpaolo: quasi 27 miliardi di vendite sui mercati esteri

Bilancio positivo nel 2023 per le esportazioni dei distretti agro-alimentari italiani, che chiudono con quasi 27 miliardi di vendite sui mercati esteri e un progresso del 4,5%, corrispondente a quasi 1,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Lo conferma il "Monitor dei distretti agro-alimentari" di Intesa Sanpaolo secondo cui il risultato è in linea con quello registrato dal totale export agro-alimentare italiano, che ha segnato un +5,8% nel 2023. Risultato "particolarmente positivo" anche se raffrontato all’evoluzione del totale dei distretti manifatturieri italiani, che chiudono quasi invariati il 2023 (-0,1%), "anno caratterizzato da un deciso rallentamento del commercio internazionale". 

Il buon risultato, sottolinea il report, è stato determinato anche dall’andamento dell’ultimo trimestre del 2023, nel quale i distretti agro-alimentari hanno mantenuto un trend positivo, con un +4,6% tendenziale, mentre gli altri distretti manifatturieri hanno lasciato sul terreno quasi il 3% rispetto al quarto trimestre 2022. Significativo l’effetto prezzi, anche se in ridimensionamento rispetto ai picchi dell’anno precedente: +7,9% l’incremento dei prezzi alla produzione sui mercati esteri per i prodotti alimentari nel 2023, +4,3%per le bevande. 

Export

La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agro-alimentari: il rallentamento dell’economia tedesca nel 2023 non ha ridotto le vendite verso questo mercato (+6,7% nel 2023). Chiudono invece in territorio leggermente negativo i flussi verso gli Stati Uniti (-1,4%), mentre crescono in Francia (+7,5%) e nel Regno Unito (+6,6%). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agro-alimentari, segnano nel complesso un progresso del 2,9% nel 2023 (rispetto al +4,9% delle economie avanzate). Tra queste vanno segnalate Polonia (+13,3%) e Romania (+14,5%) che hanno più che compensato il calo dei flussi verso Cina (-7%) e Russia (-12,9%)

Il vino

L’unica filiera che mostra un segno leggermente negativo nell’evoluzione annuale è quella del vino, che recupera parzialmente nell’ultimo trimestre 2023, mantenendosi sugli stessi livelli del quarto trimestre del 2022 e realizza, nel complesso dell’anno, solo un lieve calo in valore (-0,7% rispetto al 2022). Il primo mercato di sbocco per le esportazioni dei distretti vitivinicoli, ossia gli Stati Uniti, arretrano del 7,4% nel 2023, anche se hanno mostrato un buon recupero nell’ultima parte dell’anno con un +8% tendenziale nel periodo ottobre-dicembre. Alle 113 milioni di vendite che sono mancate sul mercato americano, si aggiungono oltre 30 milioni in meno (-9%) sul mercato canadese, solo in parte compensati dai progressi realizzati in Germania (+29 milioni, in rialzo del 2,8%), Regno Unito (+21milioni con +3,4%) e Francia (+28,5 milioni con +10%). 

Tra i distretti, spicca positivamente la performance del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+4,3%) che segna progressi importanti soprattutto sui mercati europei (Germania +17%, Francia +29% e Belgio +50%), mentre arretra negli Stati Uniti (-9%), primo mercato di sbocco con quasi 260 milioni di Euro di export nel 2023, nel Regno Unito (-9%) sul terzo gradino del podio con oltre 116 milioni dopo il mercato tedesco che assorbe circa 148 milioni. 

Positiva anche l’evoluzione del distretto dei vini e distillati del Friuli (+9,2% rispetto al 2022), dei Vini e distillati di Bolzano (+6,6%) e dei vini e distillati di Trento (+2,3%). Soffrono, invece, tre grandi distretti, territori di produzione di importanti vini rossi italiani: parliamo dei vini di Langhe, Roero e Monferrato in calo del 4,4%), dei vini dei colli fiorentini e senesi (-4,5%) e dei vini del veronese (-1,9%). Tutti questi mostrano marcati arretramenti oltreoceano anche se, sottolinea il report, "negli anni passati i buyer statunitensi avevano fatto importanti scorte di vino italiano, favorite anche da un dollaro forte e da un effetto cambio favorevole". 

Le prospettive per il prossimo anno sono condizionate da un’annata 2023 tra le più scarse in termini di quantità: in Italia gli eventi estremi, tra siccità, grandinate, alluvioni, e la diffusione del fungo della peronospora (favorita dal cambiamento climatico) hanno ridotto i volumi produttivi, soprattutto al Centro-Sud, e sembrano aver penalizzato in particolar modo la produzione di vini rossi e rosati (-25% rispetto al 2022 in base alle ultime stime Istat, mentre i bianchi registrano un -18%1). A ciò, prosegue il report, si aggiungono anche nuovi trend di consumo che sembrano favorire, soprattutto in anni particolarmente caldi come è stato il 2023, il consumo di vini più “freschi” e meno strutturati, in particolar modo da parte delle nuove generazioni.

Pasta e dolci

Rallenta, ma resta in territorio positivo, la filiera della pasta e dolci: il lieve calo del quarto trimestre (-0,6% tendenziale) non pregiudica il bilancio positivo dell’anno 2023 (+4,8%) ossia 214 milioni di Euro di vendite in più sui mercati esteri. Di questi, ben 142 milioni sono stati realizzati dal comparto pasta e dolci dell’alimentare di Parma, distretto che ha realizzato crescite diffuse verso tutte le principali destinazioni commerciali: Francia (+17%), Germania (+4,6%), Svizzera (+19%), Regno Unito (+29%). Ottima performance anche per i Dolci di Alba e Cuneo, con un +5% nel 2023: i cali verso Francia (-2,8%) e Spagna (-5%) sono più che compensati dai progressi in Germania (+2,6%), Stati Uniti (+14%) e Regno Unito (+11%). 

Registrano, invece, una battuta d’arresto i comparti pasta e dolci dei due distretti campani: -4% per l’alimentare napoletano, che arretra soprattutto nel Regno Unito (-11%) e negli Stati Uniti (-7%), ma cresce a due cifre in Canada (+34%). Segno negativo anche per l’alimentare di Avellino (-10,4%) che segna 28 milioni di Euro in meno, di cui 23 oltreoceano (Stati Uniti -26%, destinazione che assorbe un quarto delle esportazioni del distretto), solo in parte compensati dai mercati britannico (+8%), francese (+42,5%)e spagnolo (+44%).

Recupera invece le filiera dei distretti agricoli, grazie all’ottimo risultato del quarto trimestre 2023, con una crescita a due cifre (+14,2% tendenziale) che riporta in positivo il bilancio dell’intero anno (+3,2% rispetto al 2022). 

L'ortofrutta

Ottimo recupero per l’Ortofrutta romagnola. Nonostante i danni prodotti dall’alluvione e dalle gelate primaverili che avevano fortemente compromesso l’export del terzo trimestre (-24,5%), l’ultima parte dell’anno registra un buon risultato tendenziale (+4,5%), portando in terreno positivo l’evoluzione complessiva dell’anno: +1,7% rispetto al 2022. L’annata agraria 2023 è stata caratterizzata da un drastico calo produttivo per molte specializzazioni ortofrutticole del territorio: la produzione di pere nelle province romagnole segna perdite medie del 60% rispetto al 2022, a cui seguono ciliegie (-50%), pesche e nettarine (-40%), e albicocche(-25%); perdono terreno in volumi raccolti anche il kiwi (-45%), la susina (-43%) e la mela (-10%). 

La scarsa produzione, sottolinea il report, ha spinto in alto i prezzi all’origine, con incrementi medi di oltre il 50% per le mele e le pere di prima qualità, e del 30%-40% per le produzioni Bio. A spingere verso l’alto la performance del distretto è soprattutto il progresso in Spagna (+65% nel 2023) che diventa così terzo mercato di sbocco con 45,2 milioni di Euro di export, quasi al pari del Belgio (45,6 milioni, -2,3%) e dopo la Germania, principale acquirente dei prodotti ortofrutticoli del distretto romagnolo, con un totale importazioni di poco superiore ai 260 milioni di Euro (+5,6%). 

Sicilia

Boom di esportazioni nel 2023 per il distretto dell’agricoltura della Sicilia sud-orientale, che al suo interno ricomprende anche le zone di produzione del Pomodoro di Pachino IGP: 41 milioni di Euro di vendite in più sui mercati esteri (+38,4%), distribuiti verso tutte le principali destinazioni: Germania (+45%), Austria (+12%), Regno Unito (+24%),Svizzera (+40%) e Francia (+28%). 

Agro Pontino e Foggiano

Ottimi risultati anche per l’ortofrutta dell'Agro Pontino, con un balzo di circa 29 milioni (+14%) di cui 22 verso la Germania (+22%), prima destinazione commerciale che assorbe oltre la metà delle esportazioni del distretto. Molto bene anche il comparto agricolo dell’ortofrutta e conserve del foggiano (+40%), mentre l’altro distretto pugliese, l’ortofrutta del barese, arretra leggermente (-3,3%), dopo la forte crescita del 2022 (+23,7%). 

In lieve calo le mele dell’Alto-Adige (-1,8%) che, nonostante i risultati lusinghieri in Spagna (+32%) e Regno Unito (+29%), subisce il ridimensionamento dei flussi verso Arabia Saudita (-34%) e India (-59%), destinazioni che avevano registrato un exploit nel 2022 (rispettivamente +57% e+24%).

Le conserve

Forte crescita nel 2023 per la filiera delle conserve (+10,1%), determinata soprattutto dal principale distretto del comparto, le Conserve di Nocera (+10,3%). Il distretto realizza oltre 52 milioni di Euro di vendite in più in Austria (+173%) e circa 40 sul mercato britannico (+17%). Ottimi risultati anche per i comparti conservieri dell’alimentare di Parma (+24%) e dell’ortofrutta e conserve del foggiano (+21%). Aumento dei flussi di export anche per il comparto conserve napoletano (+6%) e le marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige (+0,8%): lieve contrazione per Avellino (-2%).

Le carni

Luci e ombre all’interno della filiera delle carni, che nel complesso registra un +5,6% di crescita tendenziale nel 2023, ma nasconde dinamiche contrapposte tra i distretti che la compongono: progressi a due cifre per carni di Verona (+12%), salumi di Parma (+12,7%), salumi dell’Alto-Adige (+14,3%) che, aggiunte al buon risultato dei salumi del modenese (+5,9%), riescono a compensarei cali delle carni e salumi di Cremona e Mantova (-13,3%), dei salumi di Reggio Emilia (-11%) e del prosciutto di San Daniele (-12,8%). 

Settore avicolo

Il settore avicolo, aggiunge il report, sembra entrato in una fase di normalizzazione dopo due anni complessi a causa degli impatti dell’influenza aviaria, "mentre il mercato suinicolo mondiale è ancora influenzato dalle problematiche legate alla diffusione della peste suina e dai costi di produzione su livelli elevati, seppure in diminuzione".

Lattiero caseario

Dinamica nel complesso positiva anche per la filiera del lattiero-caseario (+2,6% nel 2023): alle lievi contrazioni dei distretti della Lombardia (-2,1%) e di Reggio Emilia (-2,7%) si contrappongono le buone performance del distretto Parmense (+11,5%), di quello sardo (+9,8%) e della Mozzarella di bufala campana (+7,4%). 

Olio

Non si arresta la crescita a valore dei distretti dell’olio (+15,1%) dovuta in particolare al contributo dell’olio toscano, il principale distretto della filiera (+17,8%), ma anche all’exploit del compartoolivicolo del distretto dell’olio e pasta del barese (+30%). Sostanzialmente stabile l’olio umbro (-0,9%). Sul fronte dei prezzi, Il 2023 è stato un anno record nei listini degli oli di oliva: la scarsa produzione (anche da parte della Spagna, primo produttore mondiale di olio di oliva) ha fatto crescere il prezzo alla produzione dell'olio extra vergine di oliva di circa il 50%, in linea peraltro con quanto accaduto in Spagna. 

Per l'Italia, l’Ismea ha stimato i volumi 2022-23 a 241 mila tonnellate con una flessione del 27% rispetto alla campagna precedente mentre per la campagna 2023-24, pur restando in una situazione di incertezza, si prevede un recupero di circa il 20%, in quanto questa dovrebbe essere un’annata di carica, in particolare nelle aree più vocate del Sud.

Riso

Nella filiera del riso (+21,1%), entrambi i distretti realizzano crescite in valore a due cifre: Pavia +15,9% e Vercelli +26,1%. Sul fronte della produzione nazionale, dopo anni di trend decrescente, per il 2024 l’Ente Nazionale Risi stima per l’Italia una crescita della superficie destinata alla coltivazione di riso di 5.700 ettari (+2,7%), in controtendenza rispetto al 2023 quando le risaie hanno perso 8 mila ettari (-3,7%).

Caffè

Progressi anche per le filiere del caffè (+5,3%), dove spicca il distretto del caffè e confetterie del napoletano (+13,7%), con crescite diffuse verso tutte le principali destinazioni commerciali, tra cui Germania (+27%), Polonia (+57%) e Spagna (+88%). Il caffè di Trieste mostra un progresso dell’8% nel 2023 grazie al contributo di Stati Uniti (+11,4%), Grecia (+20,3%) e Corea del Sud (+20,5%), che compensano il calo verso la Cina (-55%).

Ittico

Bene anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+6,1%): i progressi verso Germania (+21%) e Croazia (+13,5%) compensano i cali sui mercati francese (-12%) e spagnolo (-3%). 

fc - 41551

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