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CLARA MOSCHINI

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Italiani brava gente: l'anno scorso spesi 500 milioni in prodotti certificati Fairtrade

Oltre 3,6 milioni vanno allo sviluppo delle organizzazioni agricole in Asia, Africa e America Latina

L'anno scorso gli italiani hanno speso 500 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade. Si tratta di un valore in leggera flessione rispetto al 2022 ma, d'altra parte, sui prodotti con i marchi Fairtrade, come per molti altri beni di largo consumo, nel 2023 ha pesato l’inflazione. Grazie alle vendite in Italia, però, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori parte del network hanno ricevuto 3.686.407 Euro in Premio Fairtrade, somma aggiuntiva con la quale possono realizzare dei progetti di miglioramento della produttività o di sviluppo della comunità. La decisione su come spenderlo deve essere presa collettivamente dai membri delle cooperative, e l’interesse deve essere comune. Ad esempio possono essere acquistati prodotti per l’agricoltura, o strumenti per il lavoro nei campi, possono essere costruite piccole infrastrutture come magazzini o depositi oppure ambulatori sanitari e aule scolastiche.

“Quest’anno Fairtrade Italia ha raggiunto il trentesimo compleanno: si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina -spiega il direttore generale Paolo Pastore-. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro paese ci sono più di 2.500 prodotti Fairtrade in vendita. Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi: oggi parliamo di poco meno di 2 milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 paesi. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni”.

Il mercato Fairtrade: banane

Le banane si confermano il prodotto principale per il mercato italiano del marchio con un volume di venduto pari a 14.300 ton (+8%), sia grazie all’ampia distribuzione nella gdo (principalmente Aldi, Coop, Gruppo Selex, IN’s, Pam Panorama), sia grazie alla diffusione nelle mense scolastiche. 

Cacao 

Per i volumi movimentati, si conferma la seconda materia prima. Dopo dieci anni di crescita molto sostenuta, nel 2023 le vendite hanno registrato un leggero rallentamento con 9.649 ton (-1%), dovuto principalmente ad un contingente rinnovamento degli assortimenti di alcuni importanti partner. 

Zucchero di canna e caffè 

Dopo parecchi anni di crescita a doppia cifra, per il secondo anno di fila lo zucchero rallenta con 4.468 ton (-7%). Più instabile nel tempo invece è stato l’andamento del caffè, che ha avuto delle discese e poi delle parziali risalite, e nel 2023 ha registrato 726 ton (-4%); per le referenze del canale retail ha colpito molto l’inflazione.

“Il 2023 dal punto di vista delle vendite è stato un anno di transizione -sottolinea il direttore commerciale Thomas Zulian-. Da un lato alcuni prodotti come caffè e zucchero hanno risentito dei cali generalizzati dei volumi dovuti all’inflazione, dall’altro prodotti come ad esempio banane e cotone hanno registrato una crescita importante. Complessivamente siamo soddisfatti perché nel 2023 abbiamo visto aumentare sia il numero di aziende con cui collaboriamo sia la quantità di referenze certificate sul mercato. Gli effetti positivi di questi due fattori si stanno già palesando nei buoni risultati dei primi mesi del 2024”.

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EFA News - European Food Agency
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