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Istat, ad aprile export in aumento +2,3%, import in calo -1,1%

Nel trimestre febbraio-aprile 2024 esportazioni +1,9%, importazioni +0,7%

Crescita congiunturale del 2,3% per le esportazioni e riduzione dell'1,1% per le importazioni. È questo, in estrema sintesi, il quadro congiunturale ad aprile 2024 così come fissato dall'Istat nel suo bollettino sul commercio con l’estero e prezzi all’import. Secondo l'istituto di statistica, l’aumento su base mensile dell’export è maggiore per i paesi dell’area extra Ue (+3,8%), rispetto a quelli dell’area Ue (+0,8%).

Sempre ad aprile 2024, l’export aumenta su base annua del 10,7% in termini monetari e del 7,9% in volume: i oltre, nel mese, la crescita delle esportazioni in valore, sostiene l'Istat, è più sostenuta per i mercati extra Ue (+13,6%) rispetto a quelli Ue (+8,2%). 

L’import, ad aprile 2024, registra una crescita tendenziale in valore relativamente contenuta (+1,4%), sintesi di un aumento nell’area Ue (+5,4%) e di una contrazione nell’area extra Ue (-3,5%): in volume, le importazioni aumentano del 2,5%. Tra i settori che contribuiscono di più alla crescita tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+50,7%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (+53,6%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+19,3%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+8,9%). Diminuiscono su base annua le esportazioni di autoveicoli (-15,6%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-5,7%).

Il saldo commerciale ad aprile 2024 è pari a +4,807 miliardi di Euro (era +362 milioni di Euro ad aprile 2023). Il deficit energetico (-3,787 miliardi di Euro) si riduce rispetto a un anno prima (-5,730 miliardi di Euro). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 6,092 miliardi di Euro di aprile 2023 a 8,595 miliardi di Euro di aprile 2024. Nel mese di aprile 2024 i prezzi all’importazione aumentano dello 0,8% rispetto al mese precedente, mentre flettono dell’1,8% su base annua (era -3,5% a marzo).

Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’aumento dell’export nazionale sono: Regno Unito (+42,3%), Turchia (+70,6%), Spagna (+12,7%), Belgio (+20,2%), Francia (+5,2%) e paesi OPEC (+18,2%). Flettono le esportazioni verso Svizzera (-6,5%) e Austria (-8,0%).

Nel trimestre febbraio-aprile 2024, rispetto al precedente, l’export aumenta dell’1,9%, l’import dello 0,7%. Nei primi quattro mesi del 2024, aggiunge l'Istat, l’export risulta quasi stazionario in termini tendenziali (+0,3%): i settori che contribuiscono maggiormente a sostenere l’export nazionale sono articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+28,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,4%). All’opposto, quelli che forniscono i contributi negativi più ampi sono metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-9,4%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-7,9%).

"La crescita congiunturale dell’export (+2,3%) è trainata soprattutto dalle vendite verso l’area extra Ue di beni di consumo non durevoli e beni strumentali (in particolare, mezzi di navigazione marittima) -commenta l'Istat-. Su base annua, la crescita coinvolge quasi tutti i principali paesi partner commerciali, Ue ed extra Ue, inclusa la Germania, dopo un anno di ininterrotta flessione".

"L’import -aggiunge l'istituto di statistica nel suo commento ai dati- diminuisce su base mensile per tutti i raggruppamenti, tranne che per i beni di consumo, mentre torna a crescere su base annua; la sua crescita tendenziale, estesa a diversi settori, è frenata dai minori acquisti di materie prime energetiche".

"Nei primi quattro mesi del 2024 -conclude l'Istat-, il saldo commerciale è positivo per 17,6 miliardi di Euro (era +1,5 miliardi di Euro nello stesso periodo del 2023). I prezzi all’import si confermano in aumento su base mensile e con una flessione su base annua in attenuazione: tali dinamiche sono ancora principalmente spiegate dai rialzi dei prezzi di beni intermedi ed energia (soprattutto, petrolio greggio e gas naturale)".

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