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Cinghiali/2. La Ligura va avanti con gli abbattimenti

Presidente ad interim Piana risponde a interrogazione dell'opposizione

“Il ruolo ecologico del lupo è indiscutibile. Come evidenziato in numerosi studi scientifici, le sue abitudini alimentari sono molto ampie e riguardano anche, ma non esclusivamente, il cinghiale”. Torna prepotente in prima pagina in Liguria il problema dei cinghiali. Quest'oggi il tema è approdato in consiglio regionale dove il presidente ad interim Alessandro Piana ha risposto alla Lista Sansa sull’interrogazione avente ad oggetto eventuali rischi ambientali derivanti dal depopolamento dei cinghiali e dagli interventi umani nell’ecosistema. 

“L’equilibrio dell’ecosistema è un fenomeno dinamico -aggiunge Piana-. Per questo la Regione Liguria si avvale del supporto dell’Università degli Studi di Genova, attraverso una apposita convenzione pluriennale con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita (DISTAV) per lo sviluppo di ricerche di comune interesse sulla fauna selvatica". 

"Negli ultimi anni -prosegue il presidente-, si è aggiunta a tale complesso quadro, la lotta attiva all’epidemia della Peste Suina Africana, che segue per le aree indenni, le indicazioni del Priu ossia il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie Cinghiale”. 

"Ricordo, invece che, per le aree soggette a restrizione per la Peste suina africana, valgono le disposizioni del Piano Straordinario emanato dal Commissario straordinario e valido per il periodo 2023-2028 -conclude Piana-. L’incentivo deliberato dalla Giunta regionale per sostenere l’abbattimento dei capi di cinghiale da parte dei bioregolatori (cacciatori appositamente formati) nelle zone di restrizione per la PSA, risponde alla urgente necessità di provvedere al depopolamento ovvero alla riduzione della densità della specie per fini sanitari, indispensabile per limitare, e possibilmente evitare, la propagazione dell’epidemia".

In Liguria situazione drammatrica

Nei giorni scorsi l'allarme cinghiali in Liguria è stato rilanciato da Coldiretti Liguria. "Di bollettini, quando si parla di cinghiali, sembrano essercene sempre di più -sottolinea Coldiretti Liguria in un comunicato-. Siamo partiti con quello che indicava il numero di animali presenti sul territorio ligure, oggi circa 30mila. Un altro aggiornamento è poi iniziato a essere necessario per quanto riguardava la PSA (Peste Suina Africana). Anche qui, la situazione delle positività nei selvatici è allarmante, soprattutto per regioni come la Liguria, tra le più colpite dell’intero stivale. Le carcasse rinvenute nelle province liguri e positive al virus sono ancora troppe, tanto che necessitano di un bollettino epidemiologico che ne evidenzi l’andamento". 

"Aggiornato al 14 giugno 2024 -prosegue la nota di Coldiretti Liguria-, il bollettino nazionale ci dice che la provincia di Genova è la più colpita in Italia da PSA, con ben 779 casi di cinghiali positivi dal primo gennaio 2022. A questo punto, Regione Liguria si è posta degli obiettivi annuali di caccia: numeri di abbattimenti mai veramente raggiunti, basti pensare che durante la stagione 2022-2023 il contingente assegnato richiedeva di abbattere 30mila capi, di cui sono stati abbattuti solo 13mila capi. Dell’attuale stagione siamo in attesa dei dati ufficiali. Una percentuale di obiettivo del 45%. Come mai? Importante è sapere che la stagione di caccia copre in realtà un periodo molto limitato di tempo, per svariati motivi. La stagione venatoria va infatti circa da ottobre/novembre a gennaio, oscillando leggermente di anno in anno secondo le indicazioni dell’Ispra". 

"Da febbraio -prosegue la nota-, non si parla più di periodo di caccia ma di azioni mirate di depopolamento, che però, nell’annata 2024, sta subendo una forte contrazione dovuta a una scarsa compliance del mondo venatorio, oltre che a iter amministrativi troppo lunghi. Per aumentare la quantità di capi abbattuti, la Regione ha introdotto un contributo di riconoscimento per ogni carcassa di cinghiale selvatico abbattuto entro le zone indicate, così da incentivare le azioni di depopolamento del periodo primaverile ed estivo 2024. Nello specifico, si riconoscono 80 Euro per gli abbattimenti di femmine adulte e 40 Euro per i maschi. Chi può cacciarli? Si tratta di squadre di abbattimento e di bioregolatori, ossia figure abilitate alla caccia venatorie che abbiano svolto una formazione specifica in biosicurezza".

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