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Assica /2. Export salumi in crescita 2023, nonostante la Psa

L’insieme delle produzioni del settore ha presentato un fatturato di € 9.498 mln (+6,6% sul 2022)

Scarsa reddittività, aumento dei costi e peste suina africana, tuttavia, gettano ombre sul futuro

Durante l’Assemblea annuale dell'Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria (Assica), che si è svolta oggi a Bologna (leggi notizia EFA News), sono stati presentati i dati economici del settore per l’anno 2023: anno con una contenuta crescita dello 0,7% in quantità nella produzione dei salumi, dopo la flessione registrata nel 2022, attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell’anno precedente 2022 . In crescita del 7,2% il valore della produzione, salito a circa 9.168 milioni di euro da 8.553 milioni del 2022, spinto dall’alta inflazione e dagli ingenti aumenti dei costi aziendali, in particolare della materia prima carne. L’insieme delle produzioni del settore (comprese le lavorazioni dei grassi e delle carni bovine in scatola) ha presentato un fatturato di 9.498 milioni di euro, superiore (+6,6%) a quello del 2022 (8.907 milioni di euro).

Il neoeletto presidente di Assica Lorenzo Beretta ha lamentato le limitazioni all'export suino extra-UE e il sensibile aumento dei prezzi, entrambi cagionati dalla Psa. Ciononostante, il 2023 ha registrato anche un’importante crescita nell’export dei salumi italiani. Secondo i dati rilasciati da Istat, le spedizioni dei salumi italiani sono salite a quota 206.859 ton (+6,2%), raggiungendo l’importante traguardo dei 2.157,6 milioni di euro (+8,7%). Nel corso del 2023 hanno mostrato una crescita anche le importazioni di salumi, salite a 49.922 ton (+8,8%) per un valore di 296,3 milioni di euro (+16,4%). Il saldo commerciale del settore è così salito a quota 1.861 milioni di euro, in aumento (+7,6%) rispetto al 2022. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce sia rispetto a quello dell’industria alimentare (+6,6%) sia, soprattutto, a quello generale del Paese (+0,1%). 

“In un contesto, caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da oggettive difficoltà burocratiche, il settore ha dato grande prova di resilienza, cercando nuovi mercati di sbocco e adeguando le produzioni alle necessarie procedure imposte dai Paesi che hanno subordinato la possibilità di importare i salumi italiani a specifiche condizioni. Grande rispetto e grande plauso va dato a tutte le aziende che nonostante queste ulteriori difficoltà hanno continuato ad ottenere successi e traguardi nei diversi mercati esteri e hanno permesso di ottenere questi risultati", ha proseguito il presidente Beretta.

Nel complesso del 2023, la disponibilità totale al consumo nazionale di salumi è stata di 996,5 mila ton (+0,2%). Il consumo apparente pro-capite si è attestato intorno ai 16,7 kg, in linea con il 2022 (+0,2%). Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente pro-capite è sceso a 28,1 kg (-1,2%), penalizzato dalla flessione dei consumi di carne suina fresca (-3,3% per 11,3 kg). 

“Per quanto riguarda i consumi interni, le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con un calo del potere d’acquisto, eroso dall’aumento dei prezzi, soprattutto di energia e generi alimentari, e dalla crescita del costo del denaro. Per far fronte quindi alla minor disponibilità di spesa, i consumatori sono stati particolarmente attenti al risparmio, modificando tipologia di prodotti comprati e canali di acquisto e prestando attenzione anche allo spreco. Purtroppo il 2024 si è aperto con un calo dei consumi in quantità e con un modesto incremento a valore, segno evidente che l’attuale situazione di alti costi non è sostenibile né per le imprese, né per i consumatori”, ha concluso Beretta. 

Con riferimento alle singole categorie di prodotti per il 2023, i consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 212.300 ton (-3,4%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 278.300 ton (+0,8%). Sono risultati in aumento anche i consumi di salame, attestatisi a 85.500 ton (+0,8%), mentre sono risultati in calo quelli di mortadella e wurstel (-1,7% per 198.700 ton) penalizzati dal forte calo dei wurstel. La mortadella, infatti, ha registrato un aumento della disponibilità al consumo di circa il 2%. Hanno evidenziato un ridimensionamento anche i consumi di bresaola scesi a 23.500 ton dalle 24.000 dell’anno precedente (-2,0%), mentre sono aumentati quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 198.100 ton. (+5,8%). 

La struttura dei consumi interni ha così visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,9% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,3%, da mortadella/wurstel al 19,9%, dal salame all’8,6% e dalla bresaola al 2,4. Chiudono gli altri salumi al 19,9%.

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EFA News - European Food Agency
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