Psa /2. Lombardia. Fontana: "Preoccupati per la sorte dei campi"
Beduschi: "In tre anni 46mila abbattimenti ma dobbiamo scontrarci con sacche di resistenza"
“Gli allevatori chiedono di iniziare un serio processo di eliminazione dei cinghiali. Da un lato per impedire che la peste suina possa diffondersi, dall’altro per evitare che i campi lavorati siano distrutti dall’eccessiva presenza di animali. La Regione Lombardia ha dimostrato questa volontà, se è vero che abbiamo emesso tre ordinanze che vanno nella direzione del contenimento delle specie invasive”. Lo ha detto il presidente della Giunta regionale lombarda Attilio Fontana, a margine della manifestazione di Coldiretti organizzata in occasione della seduta di Consiglio regionale sulla gestione della fauna selvatica e ai relativi danni causati all’agricoltura. “Siamo molto preoccupati", ha detto il presidente, "sia per la sorte dei campi ma anche dalla presenza della peste suina nei territori interessati”.
“In questi anni", ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, "Regione Lombardia ha fatto di più e meglio di tutti per contenere la fauna selvatica invasiva e in particolare i cinghiali. Nelle prossime settimane adotteremo il piano straordinario per il controllo della fauna selvatica, che nei fatti è già concretamente attuato, a partire da 3 ordinanze operative firmate dal governatore Fontana”.
“I dati", ha aggiunto Beduschi, "ci dicono che dal 2021 a oggi la capacità di contenere i cinghiali è più che raddoppiata. In 3 anni e mezzo ha raggiunto i 46mila abbattimenti, ma è anche vero che dobbiamo scontrarci con sacche di resistenza da parte di alcune province. Di fatto possono decisamente fare più e meglio. Le norme sono da rispettare e chi non lo fa si assumerà tutte le responsabilità del caso”. Nel suo intervento dal palco allestito da Coldiretti, l’assessore ha ricordato che l’ultima ordinanza di Regione Lombardia, in vigore da sabato, è una risposta concreta per agevolare la lotta ai cinghiali. Con meno vincoli burocratici, procedurali e di gestione delle risorse economiche. A partire dal 2019 sono stati investiti oltre 13 milioni e mezzo per le attività di prevenzione e ristoro dei danni.
“Il popolo del settore primario", conclude l’assessore, "con la consueta concretezza ha manifestato la sua preoccupazione. Che facciamo nostra, a difesa dei raccolti minacciati dalla fauna selvatica ma anche del patrimonio suinicolo che dobbiamo difendere dalla Peste Suina. Le strumentalizzazioni, anche politiche, servono a poco. La missione di tutti è quella di combattere un’anomalia che nel tempo si è stratificata. Determinando in aree non vocate la presenza di quasi 2 milioni e mezzo di capi in zone dove storicamente non sono mai stati”.
EFA News - European Food Agency