Intesa Sanpaolo:la Bioeconomia vale 437,5 miliardi
Presentato il 10° rapporto con Cluster Spring e Assobiotec
È stato presentato a Ravenna, nella suggestiva cornice di Palazzo Rasponi ospiti del Comune di Ravenna, il Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, redatto dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster Spring e Assobiotec - Federchimica. A questa edizione del rapporto ha contribuito anche Cosmetica Italia (Federchimica). Il Rapporto è arrivato alla 10° edizione, confermandosi un punto di riferimento per gli operatori e i policy maker, fornendo una quantificazione del complesso insieme di settori che utilizzano materie prime di origine biologica rinnovabile e spunti di riflessione sugli sviluppi di uno dei pilastri dell’inevitabile percorso di transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili.
“Il Rapporto sulla Bioeconomia è giunto quest’anno alla decima edizione, a dimostrazione del forte interesse nei confronti dell’ampio e diversificato insieme di attività che utilizzano risorse biologiche rinnovabili", ha commentato Stefania Trenti, Head of Industry and Local Economies Research di Intesa Sanpaolo. "Secondo la Fao sono 21 i paesi, che rappresentano il 65% della Pil mondiale, dotati di una strategia ad hoc per lo sviluppo sostenibile delle filiere bio-based, l’Italia è fra questi. Le politiche pubbliche sono fondamentali per sostenere e valorizzare gli investimenti delle imprese, sempre più orientati alla transizione verso modelli di produzione e consumo più attenti all’ambiente. Le analisi del Rapporto confermano la grande vitalità e l’attenzione alla ricerca di soluzioni innovative del tessuto produttivo italiano che opera nei settori della Bioeconomia. Si tratta di un patrimonio straordinario, diffuso in tutti i territori a cui contribuiscono grandi operatori, piccole e medie imprese e un numero rilevante di start-up innovative, attive in particolare nella Ricerca e Sviluppo, a testimonianza dell’importanza della tecnologia per affrontare le sfide del futuro”.
Da parte sua, Catia Bastioli, presidente Cluster Spring, afferma: "Il Rapporto conferma il valore strategico della Bioeconomia come meta-settore di innovazione con un ruolo chiave nell’accelerare la transizione ecologica verso una maggiore resilienza degli ecosistemi".
"Le biosoluzioni, che utilizzano enzimi, microorganismi, batteri sono ispirate alla natura e sono elementi chiave per una economia circolare bio-based sicura, fatta di posti di lavoro altamente qualificati ed una più resilente ed efficiente catena del valore coprendo settori che vanno dall’edilizia, al tessile, alla produzione di cibo ed energia. McKinsey&Co stima che il 60% delle materie prime mondiali possono essere ottenute attraverso le biosoluzioni ed è quindi chiaro come per la Bioeconomia circolare esse possano rappresentare una straordinaria leva di innovazione. E di questo c’è sempre maggiore consapevolezza. Oggi, come Associazione industriale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, guardiamo con fiducia al rinnovato interesse per il comparto biotech da parte della politica nazionale e comunitaria", ha dichiarato Elena Sgaravatti, vicepresidente Assobiotec Federchimica, concludendo che "una nuova regolamentazione delle biosoluzioni per un più rapido accesso ad esse, in Europa può rappresentare un primo importante passo in questa direzione”.
Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, e Annagiulia Randi, assessora allo sviluppo economico, attività produttive, porto, politiche Ue e cooperazione internazionale del Comune di Ravenna hanno messo in luce le strutture bioeconomiche già attive nella loro città, con molte imprese del distretto industriale ravennate "già attive nell’ambito dell’economia circolare tra energia, chimica e rifiuti", che "fanno ricerca e investono in innovazione tecnologica per una progettazione sempre più avanzata".
EFA News - European Food Agency