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Il Sud America combatte contro il nuovo nemico del mais: la "chicharrita"

Dietro al nomignolo si nasconde una cavalletta che sta decimando le colture in Argentina

Mentre l'Italia combatte contro xylella e cimice asiatica, il Sud America se la sta già vedendo contro un altro terribile minuscolo nemico. In Italia, nei giorni scorsi la direzione Agricoltura della Regione Lazio ha avviato, con la supervisione dell’agenzia regionale Arsial e la collaborazione di Enea, i primi rilasci del Trissolcus japonicus per la lotta biologica alla cimice asiatica nel Lazio (leggi EFA News) mentre il Dl Agricoltura ha aperto una porta al sostegno alle imprese agricole danneggiate dalla Xylella fastidiosa in Puglia con uno stanziamento di 30 milioni di Euro (leggi EFA News). Ebbene, nel frattempo, dal Sud America arriva notizia di un nuovo nemico con cui gli agricoltori stanno combattendo. E che potrebbe, prima o poi, arrivare anche in Italia. 

Il suo nome originale spagnolo, chicharrita, è quasi carino ma terribile è il danno che provoca. In italiano la traduzione letterale è quella di "cicalina", anche in questo caso nomignolo simpatico, ma dietro si nasconde l'altro significato ben più pericoloso, ovvero quello di "cavalletta". E allora eccola la "cavalletta del mais" che sta seminando il panico in Argentina. Le indagini tra i produttori argentini mostrano che le semine di mais potrebbero subire un brusco calo. 

Allarme rosso a Cordoba

Il 40% del mais argentino è prodotto nella provincia di Cordoba che diventa sempre un parametro importante per prevedere cosa accadrà con il raccolto di cereali a livello nazionale. In questo senso, un rapporto redatto dalla Borsa dei cereali di Cordoba accende una forte spia d'allarme: conferma che i produttori sono terrorizzati dalla cavalletta del mais, il parassita che ha creato scompiglio nella campagna che si sta concludendo come vettore del batterio Spiroplasma Kunkelii che causa il complesso di malattie note come "Corn Stunt Spiroplasma (CSS)" o "corn stunting".

La Borsa dei cereali di Cordoba ha stabilito che le semine di mais del 2024/25 subiranno un forte calo a causa dell'insetto: la prima stima colloca la superficie coltivata a Cordoba a 2,2 milioni di ettari, il 30% in meno, cioè 900.000 ettari in meno, rispetto a quelli seminati nell'ultimo ciclo. Se la proiezione si avvera, questa sarà la superficie più piccola in quasi un decennio, poco sopra gli 1,6 milioni di ettari del ciclo 2025/16.

Rischio raccolta 2024/2025

"L'analisi della distribuzione spaziale delle intenzioni di semina del mais per la stagione 2024/25 -sottolinea il report della Borsa- mostra che i dipartimenti con il maggior calo di superficie di questa coltura sono concentrati nella regione centro-settentrionale della provincia. Quest'area coincide con una maggiore percentuale di superficie seminata con mais tardivo nella stagione 2023/24 ed è anche quella in cui sono state segnalate le più alte percentuali di partite colpite dal complesso dell'arresto della crescita". 

Secondo il Dia, il Dipartimento di informazione agronomica dell'ente, il motivo principale che condiziona l'intenzione di piantare il cereale è l'impatto dell'arresto vegetativo del mais nell'attuale campagna. "Di fronte all'incertezza associata a questo contesto sanitario -sostiene il Dia-, la migliore alternativa possibile è quella di destinare parte dei campi di mais alla semina di soia e sorgo, quest'ultima limitata dalla disponibilità di sementi". Altri fattori che influenzano la decisione di piantare mais sono "il prezzo e la redditività prevista della coltura, seguiti dalle previsioni meteorologiche", aggiunge il rapporto.

Anche la Guida strategica per l'agricoltura (GEA) della Borsa di Rosario (BCR) ha fatto riferimento alla minore semina di mais prevista per la prossima stagione: in particolare, la semina del cereale nella zona centrale si ridurrebbe di 300.000 ettari, e quindi il rapporto soia-erba tornerebbe a crescere a favore del seme oleoso, dopo otto anni di declino.

La svolta della "chicharrita"

Siamo di fronte a una svolta per quanto riguarda questo insetto così pericoloso? si chiede il rapporto dell'ente di Rosario. Il documento avverte che il rapporto soia/erba potrebbe essere il più alto delle ultime sei stagioni: in particolare, per ogni appezzamento seminato a grano e mais, nel 2024/25 verrebbero seminati 1,7 semi di soia, e la variazione è dovuta al mais, che rientrerebbe nei piani di semina. Questo contrasta con la forte scommessa che si stava facendo in cui la superficie a mais non smetteva di crescere.

"Anche se il grano, con un aumento del 15%, modera l'impatto, le graminacee (grano e mais) caleranno quest'anno -si legge nello studio-. E la soia mostra un aumento del 7%, anche se non è escluso che il passaggio all'oleginosa finisca per essere maggiore. Siamo di fronte a una svolta da parte della chicharrita? Non è possibile dare una risposta, ma ci sono serie preoccupazioni". 

Nei guai anche Santa Fe

Secondo lol studio, a Carlos Pellegrini e El Trébol, nel centro-sud di Santa Fe, si dice che "la superficie di mais tardivo diminuirà completamente": inoltre, si stima una riduzione del 30% della superficie di mais precoce.
Allo stesso modo, a Bigand, sempre nel sud di Santa Fe, concordano sul fatto che non si pianterà mais tardivo o secondo mais per paura dell'attacco della cavalletta e si parla di un calo del 20% del mais precoce, mentre nella zona di Villa Cañas e Arribeños, a nord di Buenos Aires, il mais tardivo viene scartato dalla pianificazione: verrà fatto solo quello precoce e si prevede una riduzione tra il 10 e il 15%.

"A General Pinto (a nord-ovest di Buenos Aires), verrà mantenuta la superficie di mais precoce, ma si ridurrà quella di mais tardivo -completa il documento-. A Monte Buey (a sud-est di Cordoba) si manterrà la superficie di mais precoce, con semine tardive programmate al massimo per novembre, per evitare il picco della cicalina. In quell'area, si commenta che le date di dicembre sono totalmente escluse". 

Nel frattempo, anche l'Istituto Nazionale di Tecnologia Agraria (INTA) ha pubblicato un rapporto in cui fa riferimento a raccomandazioni per eliminare dai campi il mais "guacho" o "volontario", che è il miglior serbatoio che la cavalletta può trovare per il ciclo successivo. 

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EFA News - European Food Agency
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