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Bio /2. Riduzione Iva: dal Masaf "nessuna preclusione"

Sottosegretario D'Eramo: "Numeri da verificare con ministero Economia, occorre trovare soluzione"

Il costo più alto rispetto ai prodotti tradizionali è ancora un ostacolo per molti consumatori all'acquisto di prodotti biologici. Per questo AssoBio, l'associazione che riunisce olre 130 imprese italiane del settore biologico, torna a chiedere al governo una riduzione dell'Iva su alcuni prodotti e il credito di imposta sulle certificazioni. "Il prodotto biologico è conservativo, 'guarisce' il pianeta. Chiediamo che lo stato richieda un Iva più bassa almeno sul fresco e sul baby food. Saremmo contenti se un'Iva agevolata fosse riconosciuta su tutto il prodotto biologico che è sicuramente quello migliore per la salute del pianeta e delle persone", spiega la presidente Nicoletta Maffini, che, in occasione dell'assemblea dei soci di AssoBio (leggi notizia EFA News), ha avanzato la richiesta direttamente al sottosegretario all'Agricoltura Luigi D'Eramo, collegato in videoconferenza con l'assemblea.

"Si tratterebbe di un supporto concreto per rilanciare i consumi. I valori del biologico sono in ripresa, ma volumi non sono positivi. Chiediamo attenzione su temi che potrebbero essere una svolta per le aziende", sostiene Maffini. "Il governo si è impegnato già nei mesi scorsi con alcuni azioni politiche che tengono a valorizzare i territori, dalle legge sul biologico al sostegno delle imprese di montagna e collina. Quello che chiediamo è che si faccia di più sull'aspetto economico, che le aziende possano scaricare con il credito di imposta i costi delle certificazioni, che sono costi assolutamente dovuti", aggiunge la numero uno di AssoBio.

"I controlli delle certificazioni devono essere anche ulteriormente integrati, se possibile, ma la certificazione viene pagata dal campo alla distribuzione, quindi più volte sullo stesso prodotto. La richiesta è di poter scaricare questi costi per riportare un vantaggio economico sul prodotto e sul prezzo a scaffale", chiarisce Maffini.

"C'è piena disponibilità a ragionare. I numeri sono da verificare con il ministero delle Finanze, ma non c'è nessun tipo di preclusione a ragionarne", è l'apertura di D'Eramo. "Abbiamo di fronte sfide importanti, prima tra tutte l'istituzione del marchio biologico. E' una procedura complessa, perché credibilità del marchio deve essere sostenuta da un percorso importante", avverte il sottosegretario. "Poi, c'è il grande tema della promozione. Abbiamo ogni anno un fondo dedicato, ma sappiamo che non è sufficiente per garantire una promozione costante per tutto l'anno. Bisogna trovare una soluzione, da una parte aumentando il budget, ma anche attraverso un'azione di coinvolgimento delle istituzioni sui territori", conclude D'Eramo.

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EFA News - European Food Agency
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