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Cannabis, la scure del Minisalute

Reiterato il decreto, prodotti con cbd equiparati a farmaci e vendibili solo in farmacia

Scomposta reazione di Cia Agricoltori italiani: "Interventi ideologici"

Non è solo il Ddl Sicurezza in discussione in Parlamento che sta mettendo limiti alla vendita di prodotti contenenti derivati dalla canapa sativa (vedi articolo di EFA News). Il ministro Schillaci, dopo i pareri favorevoli del Consiglio Superiore di Sanità e dell'Istituto superiore di Sanità, ha emesso un decreto che equipara le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis, ai farmaci.

Tali prodotti, con buona pace degli antiproibizionisti che vogliono la liberazione della cannabis, si potranno acquistare solo in farmacia e dietro presentazione di ricetta medica. Si tratta in realtà di una reiterazione di un decreto precedente, che era stato sospeso per ricorsi al Tar.

Cos'è cambiato rispetto al decreto precedente? Sono arrivati i due pareri su richiamati, unanimi, che erano stati sollecitati proprio dalla giustizia amministrativa.

Il motivo? Semplice, la cannabis è pericolosa per la salute. Infatti nel Decreto del 27 giugno 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6/7/2024) si prende "atto che alla luce della nuova istruttoria e dei pareri espressi dai citati organi tecnico-scientifici, aggiornati alle più
recenti evidenze scientifiche, risultano confermate le condizioni che avevano portato, per la tutela della salute pubblica, all'inserimento delle composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis nella tabella B dei medicinali di
cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990". 

Se era prevedibile la reazione degli antiproibizionisti (per l'Associazione Luca Coscioni "il decreto non tiene conto delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e le sentenze della Corte europea di giustizia"), suscita stupore la reazione scomposta di Cia Agricoltori italiani che parla di un provvedimento contro tutto il settore della canapa. 

“Siamo di fronte a interventi ideologici che rischiano di azzoppare una filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, con un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile - sostiene il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- e che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di 10 mila posti di lavoro in tutta Italia”.

Cosa c'entra il decreto del Minisalute con la cosmesi, l'erboristeria, la bioedizia, il florovivaismo, il tessile?

Oggi siamo condizionati a tutti i livelli dal principio di precauzione, tanto invocato, per esempio, nell'impatto delle questioni ambientali sulla salute. Che il principio si applichi anche a un tema così delicato, come quello dei rischi derivanti dall'abuso di stupefacenti, non può che riscuotere il nostro plauso.

lma - 42330

EFA News - European Food Agency
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