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CLARA MOSCHINI

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Iwb vuole ancora crescere

Intervista esclusiva con Alessandro Mutinelli, presidente e ad del gruppo vinicolo

Secondo Mediobanca è il terzo gruppo italiano nel settore vini, per merito di un fatturato da 429,1 milioni di Euro (leggi EFA News). Per dare ancora più impulso all business, a fine maggio è stato nominato il nuovo direttore generale Alessandro Vella (leggi EFA News). Sempre a maggio scorso, due suoi prodotti si sono imposti in un panel di 130 vini al prestigioso concorso “International Salute to Excellence” di Amsterdam. Parliamo di Italian Wine Brands, premiata nella categoria “Best Quality” per il suo Grande Alberone Rosso, vino distribuito in tutto il mondo e, nella categoria “Best value” per l’Almoso Rosso. 

Pochi giorni fa, ossia il 22 luglio scorso, per rimanere in ambito più strettamente finanziario, l'azienda (quotata in borsa) ha concluso il programma di buyback avviato il 13 maggio: negli oltre due mesi sono state acquistate 30.000 azioni proprie, a un prezzo medio di Euro 21,56 per azione e per un controvalore complessivo di 646.715,55 Euro. Adesso, la cantina ha dato il via a un nuovo programma di acquisto di azioni proprie. 

"Riteniamo che, in questo momento, per lo stato di salute azienda e il livello non adeguato del prezzo dell'azione, l'investimento migliore che possiamo fare è quello di comprare noi stessi -spiega in esclusiva a EFA News Alessandro Mutinelli, presidente e ad di Italian wine brands-. Il Programma risponde all’obiettivo di dotare la società di uno stock di azioni proprie propedeutico sia per eventuali operazioni straordinarie, sia a servizio di eventuali operazioni di m&a e al piano di stock grant. Riteniamo conveniente il prezzo delle nostre azioni, che attualmente scambiano a valori inferiori a quelli indicati da tutti gli analisti, che vedono un potenziale upside del titolo intorno al +31%. Ritengo sia il momento propizio per investire in Iwb e per questo motivo abbiamo deciso di avviare un nuovo programma di acquisto azioni proprie, anche come un segnale di fiducia del management di Iwb nel programma di crescita del gruppo, che prosegue con fondamentali molto solidi, alta generazione di cassa e margini in forte crescita".

"Nei primi mesi del 2024 -prosegue Mutinelli-, abbiamo continuato a diversificare la nostra presenza nei mercati internazionali, che attualmente rappresentano oltre l'80% del nostro fatturato. I volumi di vendita sono leggermente aumentati, mentre il prezzo medio è diminuito, riflettendo l'attenzione dei clienti verso prodotti più convenienti".

"Tra le novità più rilevanti -aggiunge il manager-, abbiamo lanciato in Italia un'innovazione unica: Rirò, un vino rosso toscano dal profilo organolettico originale e sorprendente (leggi EFA News), da gustare freddo, da solo o come base per un Rirò Spritz, offrendo un'alternativa fresca per l'aperitivo. Questa novità è attualmente disponibile in anteprima presso selezionati bar in Italia e online su Svinando.com".

Un'altra novità è l'entrata in azienda dl nuovo manager Vella: a cosa è destinata? "Il gruppo è cresciuto molto negli ultimi anni -dice Mutinelli- quindi siamo un gruppo managerializzato ma stiamo andando ancora a rinforzarlo. Serviva una competenza di direttore generale con background di direttore commerciale come quella di Vella".

Acquisizioni?

Il secondo trimestre, sottolinea l'ad, è "in linea con primo trimestre" e sul fronte acquisizioni sembra che ci siano novità. "Mai come in questo periodo stanno arrivando dossier, segno di stima nei nostri confronti ma segno anche dell'attenzione che i nostri competitor hanno nella nostra attività di acquisizioni attuata in passato -specifica il presidente Iwb-. D'altronde, noi siamo molto selettivi: non prendiamo qualsiasi cosa. Quello che cerchiamo non sono vigneti, non sono stabilimenti ma marchi forti che abbiano una rilevanza sui mercati". 

Acquisizioni in Italia? "A dire la verità -svela Mutinelli- stiamo guardando anche qualcosa fuori dall'Italia. Perché comunque il portafoglio italiano l'abbiamo coperto bene. Ci sono potenziali target in Francia, in Spagna e negli Stati Uniti. La Cina? È un mercato complicato. Non sta dando soddisfazioni da qualche anno è un'eterna promessa che al momento non è diventata ancora realtà". 

Rincaro delle materie prime

Problemi come il rincaro delle materie prime sono una delle preoccupazioni di Mutinelli e dei suoi anche se la situazione pare stia rientrando. "Nel 2022 si è verificato il paradosso: i prezzi sono impazziti con una continua rincorsa verso l'alto del costo delle materie prime e con scarsità delle stesse. Già a metà dell'anno scorso questa tensione sulla disponibilità della materia prima si è allentata: i fornitori hanno ricominciato a produrre i quantitativi di cui aveva necessità l'industria, e i prezzi sono cominciati a rientrare. Siamo tornati indietro, anche se non a livello del periodo prima della botta inflazionistica. Il vetro era aumentato in 12 mesi dell'80%: ora siamo intorno al 30% per cui è ancora un 20-25% sopra al prezzo che aveva quando è iniziato a crescere. D'altronde, si sonio raffreddati anche i mercati: a fronte di aumenti consistenti da tutte le parti, i consumi ne hanno risentito e sono diminuite le quantità richieste".

Il problema italiano della sovraproduzione

Infine, come rispeonde Iwb di fronte a problemi come il tema delle giacenze, della sovrapproduzione e del controllo dei volumi di vino a livello nazionale, rilanciati a più riprese da esperti come il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella? "Chi non vuole vedere che c'è un problema grande come una casa a livello di produzoone e di reditività della produzione o è cieco o non vuol vedere -ribadisce Mutinelli-. C'è una sovraproduzione 'cronica' e questo deprime le quotazione dei prezzi e quindi la redditività di chi lavora. Il tema non riguarda solo il vino, non riguarda solo la produzione di uva ma la produzione agricola generale. Io penso che un riequilibrio tra produzione e dati di vendita sarà necessaria: ci sono denominazioni che vanno molto bene, che sono richieste dal mercato, ma ci sono altre denominazioni che non sono richieste. Si dovrà trovare una destinazione differente. Il centro sud Italia soffre un po' dappettutto. Quando un contadino prende 20-25-30 centesimi per un chilo di uva e su un ettaro ha un ricavo di 3 mila Euro, non ci può stare dentro". 

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EFA News - European Food Agency
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