Crea: Agricoltura 4.0 vale oltre 2,5 mld euro (+19% nel 2023)
Tecnologie digitali gestiscono 9% delle superfici e oltre il 70% delle aziende ne utilizza almeno una
"La transizione verso una agricoltura sempre più tecnologicamente evoluta è un passaggio obbligato per le nostre imprese, se si vogliono assicurare rese crescenti in campo nel rispetto dell’ambiente e con input energetici, chimici e idrici sempre più ridotti". A dichiararlo il presidente del Crea Andrea Rocchi, in occasione del workshop "L’impatto della innovazione tecnologica in agricoltura: la ricerca UniTus e Crea, organizzato dal Crea, con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, e dall’Università degli studi della Tuscia.
Secondo i numeri menzionati da Rocchi, l’agricoltura 4.0, cresce del 19% nel 2023 rispetto all’anno precedente e vale oltre 2,5 miliardi di euro. "In questo quadro, la Ricerca può dare un contributo decisivo, insieme agli stakeholder, fornendo soluzioni e strumenti in grado davvero di cambiare la vita ai nostri agricoltori. Il Crea sta già lavorando in tal senso ed è pronto ad alleanze come quella con l’Università della Tuscia per essere ancora più incisivo sui territori, a partire dalla Regione Lazio".
Le soluzioni di monitoraggio satellitare fornite dall'agricoltura 4.0, dovrebbero minimizzare gli impatti negativi, elevando gli standard qualitativi dei prodotti agricoli, con un aumento delle performance (produttività e profitti) e benefici in termini di sostenibilità ambientale, con l’ottimizzazione dell'uso delle risorse, la riduzione degli sprechi e il riutilizzo degli scarti in un’ottica di circolarità. Grazie ai sistemi di automazione e di efficientamento che riducono il carico di lavoro fisico e mentale per gli agricoltori, migliorano anche le condizioni di lavoro e, più in generale, la sicurezza. Non da ultimo, è possibile garantire ai consumatori una maggiore tracciabilità dei prodotti agricoli, attraverso una più capillare trasparenza lungo la catena di approvvigionamento.
Nel dettaglio, il 9% della superficie agricola viene gestita con tecnologie digitali e oltre il 70% delle aziende agricole ne utilizza almeno una e circa il 40% almeno due. I principali investimenti riguardano macchinari e sistemi di monitoraggio (oltre il 50%), software gestionali (11%), piattaforme di integrazione dati (8%), sistemi di mappatura delle colture (8%) e di supporto alle decisioni (5%) (fonte Osservatorio smart agrifood di Osservatori.Net). Un fenomeno, riconosciuto anche a livello di politiche, al punto che i piani di sviluppo rurale mettono a disposizione oltre 1.7 miliardi di euro per l’innovazione digitale negli investimenti aziendali (dati Psp 2023-2027).
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