Campari archivia un semestre di "solida crescita" (ma il mercato non gli crede)
Vendite nette +3,8%, utile netto (219,7 milioni di euro) +1,3%, ebitda +3,5%
Solida crescita guidata dai brand a priorità globale, soprattutto nelle Americhe, mentre Emea ha mostrato resilienza nonostante l’impatto del meteo particolarmente avverso. È questo il riassunto della performance di Campari nei primi sei mesi del 2024 chiusi con una crescita organica del +3,8% nelle vendite nette, in accelerazione soprattutto nel secondo trimestre chiuso con un +6,9%. Peccato che il mercato si aspettasse di più e il titolo del gruppo è risultato uno dei peggiori del listino, chiudendo a 8,26 euro per azione (-2,82%).
La crescita è stata guidata da una continua forza degli aperitivi grazie a Campari e Aperol, soprattutto nelle Americhe e in Germania mentre, come abbiamo accennato e co e riposta il comunicato ufficiale, "il resto dell’Emea è stato penalizzato dal meteo particolarmente avverso, nonché dalla crescita a doppia cifra di Espolòn e Grand Marnier negli Stati Uniti".
L'ebitda rettificato si è attestato a 418,8 milioni di Euro, in aumento del +3,5% organicamente con un margine del 27,5%. L'ebit rettificato è a 360 milioni di Euro, in aumento del +2,1% organicamente con un margine di 23,6% e un impatto di -40 punti base sul margine rispetto al primo semestre 2023 "principalmente a causa dell’effetto negativo di mix sul margine lordo per la rapida crescita in Espolòn e l’impatto del meteo particolarmente avverso in Emea sugli aperitivi ad alta marginalità".
Le vendite nette si sono attestate a 1,523 miliardi di Euro, in aumento del +3,8% organicamente: un rialzo guidato da Courvoisier e dai marchi di terzi in distribuzione. L'utile netto del gruppo di 219,7 milioni di Euro, in aumento con una variazione totale del +1,3% mentre l'utile netto del gruppo rettificato è a 239 milioni, in aumento del +2,2%. L'indebitamento finanziario netto rispetto all’ebitda rettificato è pari a 3,5 volte su base totale, "includendo earn-out e put option per un totale di 333,6 milioni di Euro e incorporando il primo consolidamento di Courvoisier".
Come detto, però, nonostante i risultati, la Borsa non ha premiato il titolo che è arrivato a perdere anche l'8,5%: più che la performance, evidentemente "solida", messa a segno da Campari tra gennaio e giugno, pesano sul titolo le incognite sul futuro del settore nel suo complesso. D'altra parte basta guardarsi in giro per capire che le preoccupazioni sono comunque realistiche: oggi anche un altro gigante come Diageo ha fornito dati e prospettive non certo incoraggianti per il futuro del settore, visto che l'azienda ha chiuso la seconda metà dell'anno fiscale con vendite nette in calo dell'1,4%.
EFA News - European Food Agency