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CLARA MOSCHINI

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Viticoltura biologica: presentate prove sperimentali Fondazione Mach

Incontro tecnico viticolo con visita nei campi. Focus su peronospora e malattie del legno

Le sperimentazioni in viticoltura biologica sono al centro della giornata organizzata ieri dalla Fondazione Mach a San Michele all’ Adige con un incontro tecnico e una visita ai campi sperimentali per mostrare le attività di difesa dalla malattia del legno e da altre problematiche legate alla stagione particolarmente piovosa.In apertura, in aula magna, sono intervenuti per Fem Maurizio Bottura, dirigente Centro Trasferimento Tecnologico e Daniele Prodorutti, responsabile Unità Agricoltura Biologica e Qualità del Suolo.E’ stata presentata la situazione fitosanitaria della stagione in corso nelle aziende biologiche in Trentino (Roberto Lucin, Fem), i risultati delle prove sperimentali di difesa in viticoltura condotte dall’Unità Agricoltura Biologica (Prodorutti, Fem) e di una tecnologia innovativa di applicazione degli agrofarmaci in viticoltura (Ewald Lardschneider – Centro di Sperimentazione Laimburg). La seconda parte della mattina è stata dedicata a un approfondimento sul mal dell’esca e sul complesso delle malattie del legno della vite, con l’intervento della professoressa Laura Mugnai dell’Università di Firenze, una delle maggiori esperte a livello internazionale su queste patologie della vite. L'evento, che ha visto partecipare viticoltori e operatori del settore, è stato curato dall’Unità Agricoltura Biologica e Qualità del Suolo in collaborazione con l’unità Viticoltura del Centro Trasferimento Tecnologico Fem.

L’annata 2024 è stata caratterizzata da una piovosità molto superiore alla media nei mesi di maggio e giugno. Le gelate della seconda decade di aprile hanno provocato danni a carico dei germogli soprattutto in alcuni vigneti della Vallagarina e della Valle dei Laghi. Le infezioni di peronospora sono state gravi a causa delle frequenti e abbondanti precipitazioni, che in molti casi hanno dato luogo ad attacchi su foglia e grappolo. L’oidio si è manifestato molto precocemente, anche in zone storicamente poco sensibili a questa malattia. Durante il mese di luglio si è assistito ad una rapida crescita della malattia su grappolo.

Le prove di difesa 2024 sono state condotte nei vigneti Fem. Per la difesa da peronospora sono state messe a confronto strategie di difesa con rame a basso dosaggio, utilizzato da solo o in miscela con diversi formulati commerciali a base di zolfo. L’aggiunta di zolfo ha permesso di incrementare significativamente l’efficacia del rame contro peronospora, sia su foglie che su grappoli. Per la difesa dall'oidio, sono state impostate strategie a base di zolfo, in confronto al bicarbonato di potassio in miscela con una bassa dose di zolfo. I prodotti testati hanno permesso una riduzione delle infezioni in confronto al testimone non trattato e la miscela di bicarbonato e zolfo ha ridotto l’incidenza della malattia su grappolo rispetto al solo zolfo.

Per le attività sperimentali è stata inoltre presentata una nuova tecnica di distribuzione dei prodotti fitosanitari sotto forma di spazzole rotanti verticali, in confronto con la tecnica di applicazione convenzionale (corrente d'aria generata da un ventilatore). Nei test condotti al Centro di Sperimentazione Laimburg contro peronospora, le due tecniche di applicazione non hanno mostrato differenze di efficacia e la tecnologia con le spazzole rotanti ha ottenuto una riduzione della deriva rispetto alla tecnica di applicazione convenzionale.

Fra tutte le patologie che affliggono la vite, le malattie del legno restano ancora le più difficili da gestire. Il complesso del mal dell’esca, gli agenti di cancro, le malattie causate da funghi che degradano il legno sono di grande impatto sulla vita della pianta e sono presenti dovunque si faccia viticoltura. Oltre alla descrizione dei sintomi e dei funghi coinvolti in questa complessa malattia, sono stati approfonditi i metodi di prevenzione e gestione delle malattie del legno della vite, tra i quali si rende indispensabile ridurre la suscettibilità della pianta alle infezioni, la presenza dell’inoculo in vigneto e limitare l’ingresso dei patogeni nelle piante tramite le ferite e i tagli di potatura. Uno dei metodi di contenimento del mal dell'esca è il curetage o dendrochirurgia, tecnica che consiste nel rimuovere le porzioni di legno colpite dalla carie attraverso l’ausilio di una piccola motosega. In una prova sperimentale condotta da Fem sono state confrontate un gruppo di piante trattate con curetage con un analogo gruppo di piante non trattate. Dopo 6 anni di osservazione le piante trattate mostrano una remissione dei sintomi del 89%, mentre per le piante non trattate la remissione dei sintomi si limita al 33%. Inoltre, per la tesi non trattata si registra una maggiore percentuale di piante morte.

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EFA News - European Food Agency
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