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Fipe a Scocchia: "Sui prezzi della tazzina esercenti responsabili"

La "sparata" dell'ad di Illycaffè: "Prima o poi va a 2 euro"

"Condividiamo le preoccupazioni che riguardano un probabile ulteriore forte aumento della tazzina del caffè al bar, aumento finora contenuto dalla responsabilità dei pubblici esercizi italiani che stanno assorbendo i fortissimi aumenti delle miscele causati dagli incrementi dei prezzi all’origine". Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio in merito al tema dell’aumento dei prezzi del caffè che, sottolinea il comunicato dell'organizzazione, "negli ultimi giorni è stato portato all’attenzione dagli organi di stampa attraverso stime a volte inesatte e distanti dalla realtà".

"La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture, l’esplosione dei noli marittimi -prosegue Stoppani-, sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine alle borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%. In queste condizioni gli aumenti diventano inevitabili, nonostante le attenzioni, la responsabilità e l’interesse dei Pubblici Esercizi di proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana”. 

A questo proposito, Fipe rileva che a fronte di un tasso d'inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%: anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo tra i più bassi d’Europa.

Fipe, nel suo comunicato, specifica inoltre che i dati ufficiali su cui si basano le analisi della federazione mostrano aumenti a livello di singole città considerevolmente più contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa: l’aumento registrato, per esempio, a Bolzano, infatti, è pari al 6% sul 2022 (12% sul 2021), mentre a Pescara è del 13%. "Da ultimo -conclude la nota-, si segnala che negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attività esclusivamente di bar è diminuito di oltre 22mila unità".

A dare fuoco alle polveri, nei giorni scorsi, è stata tra gli altri Cristina Scocchia, ad di Illycaffè che al Meeting di Comunione e liberazione ha paventato un possibile aumento della tazzina di caffè al bar "fino a 2 euro", a causa delle quotazioni in costante rialzo della materia prima, ossia il caffè verde, su cui gravano gli effetti devastanti del cambiamento climatico, da un lato, e quelli della crisi del canale di Suez, dall’altro.


Fc - 43229

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