Assoutenti contro gli "extracosti pazzi" di bar e ristoranti
L'associazione dei consumatori chiede al Governo di intervenire per porre un freno al fenomeno
Non si sa se il punto di partenza (o di non ritorno, diciamo) sia la notizia del ristoratore di Camogli che obbliga i clienti a ordinare almeno due comande a persona se si vogliono sedere al tavolino a pranzo o a cena. Fatto sta che anche in questo 2024 si manifesta con sempre maggiore intensità l'ondata di "extra-costi pazzi" applicati ai clienti da bar e ristoranti italiani, con balzelli richiesti per qualsiasi servizio aggiuntivo richiesto ai tavoli. La denuncia arriva da Assoutenti che chiede oggi a Governo e Parlamento di "intervenire per porre un freno al fenomeno" e stabilire regole certe e uguali su tutto il territorio.
“Siamo in presenza di una vera giungla nel settore della ristorazione, con i gestori di bar e ristoranti che richiedono ai consumatori extra-costi assurdi che non appaiono in alcun modo giustificati -spiega il presidente Gabriele Melluso-. Si va dai pochi centesimi di Euro chiesti per un bicchiere di acqua del rubinetto al bar o per la polvere di cacao sul cappuccino al caso recente dei 58 Euro per sporzionare una torta, ma la lista dei balzelli è lunga: fino a 2 Euro sono richiesti per scaldare nel microonde il latte del biberon, 3 Euro per un piatto vuoto aggiuntivo, 2 Euro per tagliare un tramezzino, 0,50 centesimi di Euro per del ghiaccio aggiuntivo, 1,5 Euro per cucchiaini e posate varie in più”.
“Sempre più numerosi, poi -prosegue il presidente- sono i ristoranti che applicano un sovrapprezzo, in media da 2 a 5 Euro, per la voce 'coperto', servizio che spesso però è inesistente, perché rappresentato da tovaglietta di carta sul tavolo, come pure di carta è il tovagliolo messo a disposizione del cliente. Altro extra è rappresentato dal pane, che molti ristoratori fanno oramai pagare a parte con un costo forfettario a persona, anche se il pane viene poi portato al tavolo in un cestino in condivisione". "A tali voci -dice ancora - si aggiunge quella per il 'servizio', in media da 2 a 4 Euro a persona, come se la raccolta delle ordinazioni e il trasporto dei piatti dalla cucina ai tavoli da parte dei camerieri non fosse una prerogativa dei ristoranti, ma un servizio extra da addebitare ai clienti”.
“Di fronte a questa giungla di balzelli ed extra-costi applicati ai consumatori in modo selvaggio, spesso senza la dovuta trasparenza sulle tariffe applicate -conclude Melluso-, chiediamo una legge nazionale che introduca limiti e divieti per i pubblici esercizi, ma soprattutto una regolamentazione per rendere omogenea la situazione sul territorio, in quanto la totale discrezionalità lasciata ai ristoratori, oltre a rappresentare un danno economico per i consumatori, crea evidenti disparità di trattamento tra cittadini”.
EFA News - European Food Agency