G7 Agricoltura. Grana Padano: "Regole comuni, no a guerra dei dazi"
Consorzio di tutela della Dop sarà presente a Ortigia con degustazioni e masterclass
Le produzioni tutelate dalle denominazioni d’origine protetta, eccellenze tra le indicazioni geografiche tipiche, rappresentano una ricchezza da tutelare e valorizzare per l’Unione Europea, che nel 1996 le ha regolate, ma possono rappresentare un modello per tutti i paesi, da definire con principi e norme condivisi.
Le indicazioni geografiche possono dunque essere sempre più uno strumento di cooperazione internazionale, in un quadro di accordi che il 29 settembre sarà al centro del convegno promosso da Origin Italia con Fondazione Qualivita e oriGin a Ortigia, l’isola davanti a Siracusa, nell’ambito del G7 Agricoltura, una delle più importanti ribalte internazionali.
Alla settimana di dibattiti e incontri parteciperà anche il Consorzio di Tutela del Grana Padano, il formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo con oltre 5,4 milioni di forme prodotte nel 2023 ed un export che si avvicina al 50% delle vendite complessive.
“Abbiamo raggiunto questo risultato, perché accordi internazionali chiari per adottare tutele efficaci e comuni ci hanno permesso di valorizzare la qualità del Grana Padano", spiega Renato Zaghini, presidente del Consorzio di Tutela. "I consumatori sui mercati esteri scelgono il prodotto originale e non la copia, perché apprezzano e giudicano conveniente il rapporto qualità-prezzo, nonostante la feroce e sempre massiccia concorrenza dell’Italian Sounding. L’intesa tra Ue e il governo di Ottawa ha portato il Canada nella top ten dei paesi consumatori. Quella analoga con il Giappone sta facendo crescere i consumi di Grana Padano. La revoca decisa dal presidente Biden delle misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione Trump ha riportato gli Stati Uniti sul podio dei più importanti importatori di Grana Padano Dop”.
Un mercato fondato sulla trasparenza permette anche gli investimenti per una produzione sempre più green. “Con il nuovo piano produttivo triennale punteremo a crescere nella sostenibilità, investendo nella riduzione dell’impronta ambientale che già ci vede all’avanguardia in ricerca e risorse", spiega Zaghini. "E in un mercato che ci consenta di essere competitivi troveremo le risorse per farlo”.
Ma il G7 Agricoltura dovrà prendere posizioni anche sul tema dei dazi, che il Consorzio Grana Padano con forza ha posto all’attenzione delle istituzioni italiane ed europee. “Oggi il principale pericolo viene dalla Cina, che minaccia di colpire le produzioni europee, con un danno limitato per il nostro export, ma che comunque viene penalizzato", sottolinea Stefano Berni, direttore generale del Consorzio. "Quindi vogliamo denunciare al G7 come sempre le limitazioni al libero scambio siano un pericolo per il sistema produttivo, perché condiziona e orienta i mercati in modo artificioso e pesante. Non va dimenticato il prezzo pagato dai produttori di Grana Padano che nel 2014, per la ritorsione ai dazi dell’Occidente dopo l’invasione della Crimea, persero completamente il mercato russo, che aveva raggiunto grazie a significativi investimenti le 50mila forme”. Al G7 il Consorzio Grana Padano con tutto il sistema delle Dop ribadirà quindi il no alle “guerre dei dazi”.
“Siamo produttori a fianco dei consumatori di tutto il mondo", ha concluso Berni, "affinché la loro capacità di spesa non sia compromessa da “balzelli” voluti dalla politica, destinati a pesare sui costi necessari per garantire la massima qualità dei prodotti”. I nove giorni di lavori a Ortigia offriranno agli ospiti l’opportunità di assaporare il Grana Padano Dop e di conoscere la sua filiera, con vari corner per la degustazione e le masterclass sul prodotto organizzate negli spazi di Origin, Regione Lombardia, Afidop Area Cheese Bar e Regione Veneto.
EFA News - European Food Agency