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CLARA MOSCHINI

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Psa, situazione insostenibile: chiesta rapidità negli indennizzi

Confagricoltura: dal Governo subito una via d’uscita che permetta la sopravvivenza delle aziende agricole

È grave la situazione degli allevamenti suinicoli nelle zone di restrizione da Psa, la Peste suina africana. Lo ribadisce Confagricoltura sottolineando in un comunicato che "la produzione è ferma, le movimentazioni sono bloccate con il conseguente rischio di sovraffollamento e, per le imprese che possono ancora commercializzare, c’è la beffa del crollo dei prezzi di vendita degli animali". Fino ad oggi, aggiunge l'organizzazione, si sono registrati 50 focolai in Italia (Pavia con 22 focolai registrati, il 44% del totale, e Novara con 7 focolai, il 14% del totale sono le zone più colpite) e circa 25.000 animali positivi. Reggio Calabria ha registrato 6 focolai (il 12% del totale), Lodi e Nuoro 5 focolai (10%). 

"La situazione non è più sostenibile -dice Confagricoltura-. Sollecitiamo, pertanto, le istituzioni ad agire con fermezza per individuare subito una via d’uscita e permettere la sopravvivenza delle aziende agricole e la salvaguardia di uno dei settori strategici dell’agroalimentare italiano con un valore complessivo di oltre 13 miliardi di Euro e 2,3 miliardi di Euro di export".

"Si deve intervenire presto con gli indennizzi agli allevatori -afferma Confagricoltura- oltreché per i danni diretti derivanti dall’abbattimento degli animali, anche per tutte quelle imprese che stanno subendo danni indiretti per il blocco delle movimentazioni dei suinetti che nascono in azienda e che dovrebbero andare ad altre strutture di ingrasso, o per l’impossibilità di vendere gli animali in sovrannumero arrivati a fine ciclo e che dovrebbero essere diretti al macello".

“Le imprese -spiega il presidente Massimiliano Giansanti- hanno bisogno che vengano messi in campo tutti gli strumenti utili a sostenerle, anche alleggerendo la pressione dell’indebitamento bancario e degli oneri previdenziali”. L’avanzamento della malattia a zone ad alta vocazione per la produzione suinicola necessita un cambio di passo sul contenimento della fauna selvatica: finora è stato fatto troppo poco su questo versante, tant’è che la PSA continua a superare nuovi confini.

“Non è più accettabile che si eliminino così pochi cinghiali, la vera causa dell’espansione della malattia e della diffusione agli allevamenti, né si possono accusare gli allevatori -ribadisce Giansanti-. Se non ci fosse una così alta carica virale nell’ambiente per il numero di cinghiali infetti, sicuramente non ci sarebbe un così alto rischio di trasmissione agli allevamenti che sono vittime, e non causa, del contagio. L’intervento sulla fauna e gli incentivi per gli investimenti in biosicurezza a tutti gli allevamenti, a partire da quelli limitrofi alle zone in restrizione, saranno la via da seguire per uscire da questa grave epidemia”.
 

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EFA News - European Food Agency
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