Previsioni vendemmiali /2. Grande riscatto volumi nel Centro Italia
Risorgono Abruzzo (+85%) e Molise (+100%) ma è crisi in Lombardia (-30%) e Valle d'Aosta (-20%)
Pur tenendo in considerazione le disomogeneità determinate dalle peculiarità dell’andamento climatico nei singoli areali, nel Nord Ovest, le previsioni vendemmiali di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (leggi notizia EFA News) segnalano la buona ripresa del Piemonte (+10% a/a), a cui si affianca una riduzione dei volumi consistente in Lombardia (-30%), Valle d’Aosta (-20%) e, più lieve, in Liguria (-3%). Variegata la situazione nel Nord-Est dove, a una crescita moderata in Emilia-Romagna (+7%), si sommano la flessione del Trentino-Alto Adige (-12,4%) e la stabilità di Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Più omogenea la situazione al Centro, caratterizzato da recuperi in doppia cifra rispetto alla scarsa produzione 2023, con Marche a +25% e Toscana, Umbria e Lazio a +30%.
Al Sud, invece, si hanno incrementi significativi soprattutto in Abruzzo e Molise (rispettivamente +85% e +100% dopo il flagello della Peronospora dello scorso anno), seguiti da Basilicata e Campania (entrambe a +30%), Puglia (+18%) e Calabria (+10%). Con il segno meno, invece, Sicilia (-16%) e Sardegna (-20%) dove è la siccità a dettare ormai le regole.
Sul fronte della classifica regionale, con 11 milioni di ettolitri e una quota pari al 27% del raccolto made in Italy, il Veneto si conferma la principale regione produttiva italiana, seguita da Emilia-Romagna e Puglia, in sostanziale parimerito con circa il 17%. Seguono nella top5 Piemonte e Sicilia, tallonata dalla Toscana.
L’impatto del cambiamento climatico sul settore risulta evidente anche nello scenario europeo, con una produzione di vino nell’UE ancora una volta inferiore alla media. A pesare sul bilancio produttivo del Vigneto Europa, i raccolti di Francia (-18% a 39,28 milioni di ettolitri), Germania (-2% a 8,40 milioni di ettolitri) e Portogallo (-8% a 6,90 milioni di ettolitri). In ripresa la produzione spagnola, che con 39,75 milioni di ettolitri registra un aumento del 20% sui volumi 2023 e scalza la Francia dalla seconda posizione nella classifica dei produttori. Nonostante le difficili condizioni climatiche e l'aumento delle fitopatie in alcune aree, la qualità del raccolto rimane buona grazie al lavoro eccellente dei viticoltori.
La stagione è stata caratterizzata da piogge eccessive nel Centro-Nord, soprattutto nel periodo primaverile. Se da un lato queste hanno ricostituito le risorse idriche, dall’altro hanno creato apprensione per la gestione delle fitopatie, in particolare la Peronospora. A differenza dello scorso anno i danni sono stati più localizzati e contenuti, anche grazie ad una buona programmazione dell’azione di contenimento. Tra le più colpite, le aree a coltivazione biologica.
Al Sud, invece, gli sporadici violenti temporali, in particolare nelle aree centrali, non hanno compensato una carenza idrica durata mesi, che ha indotto i viticoltori ad anticipare le operazioni di una vendemmia che quest’anno si prospetta molto lunga. Per questo motivo l’andamento climatico delle prossime settimane sarà cruciale e, se le condizioni meteo permetteranno una maturazione ottimale delle uve, soprattutto per le varietà più tardive, la produzione potrebbe essere più generosa delle stime. Rimane l’incognita delle rese, che in alcune aree risultano inferiori alle attese. Come ogni anno, il risultato finale sarà legato alla capacità delle aziende di gestire in maniera efficace e tempestiva le avversità.
La nuova campagna vendemmiale si inserisce in momento di forte complessità per il settore vino su scala globale. In questo contesto, caratterizzato dal cambiamento dei modelli di consumo, dalle difficoltà congiunturali e dall’impatto dei cambiamenti climatici, l’Italia sta dimostrando più anticorpi dei competitor, a partire dalla Francia.
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EFA News - European Food Agency