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Borse, terremoto nel comparto degli spirit dopo i dazi cinesi

Giornata nera per i francesi Rémy Cointreau (-6,4%), Lvmh Hennessy (-4%), Pernod (-4,2%)

Il mondo europeo dei liquori, come prevedibile, ha reagito malissimo alla notizia del ministero del Commercio cinese, che ha imposto (per ritorsione) i dazi sul brandy europeo previsti vigore da venerdì 11 ottobre (leggi EFA News). Pesanti le chiusure in borsa dei titoli del settore: Remy Cointreau ha perso il 6,4%, Lvmh Hennessy lascia sul terreno il 4%, Pernod il 4,2% e non sta bene nemmeno Campari che ha perso l'1,7%. Una misura che comporta che gli importatori di brandy dovranno versare un deposito cauzionale per vendere i loro prodotti in Cina, mercato in cui il superalcolico, quello europeo soprattutto, è il secondo spirit più popolare dopo il liquore locale baijiu.

"Sebbene l'imposizione di queste tariffe non sia gradita e stia avvenendo prima di quanto sperassimo, visto che avevamo previsto gennaio 2025, ci conforta il fatto che le tariffe non siano peggiori rispetto a quelle delineate ad agosto -sottolineano gli analisti di Citi-. I titoli del settore degli alcolici hanno chiaramente reagito negativamente, annullando i recenti guadagni legati agli stimoli della Cina. Tuttavia, con la rimozione dell'incertezza sull'imposizione delle tariffe, questo dovrebbe essere l'evento di svolta che permetterà a questi titoli di trovare un punto di stabilizzazione. Vediamo un potenziale rialzo per Pernod e Rémy da questo momento in poi».

In base alle nuove misure, secondo l’analista Davide Amorim di AlphaVal, a Rémy Cointreau verranno applicati dazi del 38,1% sul suo marchio di cognac, a Pernod del 30,6% e a Hennessy del 39%. I nuovi dazi colpiscono soprattutto i produttori francesi di cognac, tanto che il Bric, il Bureau national interprofessionnel du cognac, organismo che rappresenta i produttori francesi di cognac, ha esortato le autorità europee a proteggere l’industria del brandy e di "fare il più possibile per evitare l’applicazione di questi dazi".

Gli effetti dei dazi provvisori non era riguardano solo i produttori del brandy ma, purtroppo (e inventa il mente) si estendono anche a tutto mercato europeo delle distillerie e delle bevande spirit. Non a caso, tra i gruppi a maggiore capitalizzazione, Diageo, che detiene 34% della divisione bevande Moet Hennessy di Lvmh, oggi ha perso l'1,8% al Ftse di Londra: la brutta giornata e la pessima notizia ha trascinato giù anche i produttori di birra e vino come Carlsberg (-3,8%) e Laurent-Perrier (-1,7%).

A risentire di più della situazione, però sono i marchi francesi i quali, spiega Amorim "sono notevolmente esposti alle nuove misure antidumping. Remy Cointreu, in particolare, deriva il 25% dei suoi profitti dal mercato cinese, pertanto sia il rallentamento dei consumi nel Paese sia le nuove barriere commerciali pesano molto sulle prospettive di guadagno e sulla valutazione del rischio dell’azienda. «Compensare queste sfide con altri prodotti o regioni sembra una missione impossibile".

Eppure, nonostante tutto, uno spiraglio sembra esserci. Come dice ancora Amorim, "le ragioni alla base dell’ottimismo per la crescita nei prossimi anni per Remy Cointreau e Pernod Ricard nel Paese asiatico rimangono invariate". Questo, grazie all’aumento dell’e-commerce e al potenziale stimolo alle vendite derivante dall’invecchiamento della popolazione. Anche gli analisti di Citi rimangono positivi sul mercato degli spirits in Europa, evidenziando che "l’eliminazione dell’incertezza sull’eventuale imposizione di tariffe, cosa che ha fatto traballare il settore negli ultimi otto mesi, dovrebbe consentire ai titoli degli alcolici di trovare un floor". 






Nonostante il cattivo andamento in borsa, non sono tutte brutte notizie per Campari, spiega Amorim. L’analista rimane positivo su Campari in quanto la sua «valutazione attuale presenta un punto di ingresso interessante, poiché la società è scambiata con uno sconto del 30% rispetto alla sua media storica di 8 anni. Nonostante le sfide che circondano l’azienda, l’erosione di questo premio sembra improbabile alla luce del profilo distintivo di Campari. La miscela di liquori ( Campari e Aperol) e la forte presenza in specifici alcolici (tequila Espolon e bourbon whiskey Wild Turkey negli Stati Uniti) dovrebbero continuare a creare un cocktail gustoso in grado di sovraperformare il settore», conclude. Alphavalue ha confermato di conseguenza il rating buy sul titolo, come anche gli analisti di Citi. Quest’ultimi hanno anche ribadito il target price sulle azioni di Campari a 10,10 euro. 

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EFA News - European Food Agency
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