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Alimentazione negli asili nido, occorrono linee guida nazionali

Convegno in Senato con pediatri ed esperti

Incoraggiare le Regioni a dotarsi di specifici strumenti d’indirizzo per l’alimentazione dei bambini nelle scuole dell’infanzia, come ha fatto la Regione Lombardia. Ma anche fare in modo che in Italia, attraverso vere e proprie linee guida nazionali, si seguano principi comuni, condivisi e validati dalla comunità scientifica, per valorizzare anche la dieta mediterranea e la filiera agroalimentare italiana. È questo l’appello rivolto alle istituzioni da alcuni tra i massimi esperti di pediatria e nutrizione convenuti ieri a Roma per partecipare all’iniziativa promossa dal vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio e intitolata “Da buone pratiche regionali a linee guida nazionali sull’alimentazione dei bambini negli asili nido”. 

I partecipanti hanno assunto l’impegno di dar vita ad un tavolo di lavoro, finalizzato alla definizione delle linee guida in materia: una bussola non solo per le Regioni, ma anche per tutti i Provveditorati e le istituzioni scolastiche che vorranno offrire ai bambini delle scuole dell’infanzia una dieta conforme alle più avanzate evidenze scientifiche sull’alimentazione pediatrica. 

“Ho voluto promuovere questa iniziativa in Senato perché credo che le istituzioni debbano prestare il massimo dell’attenzione a tutto ciò che riguarda la tutela della salute, a partire dai più piccoli. Il benessere di un adulto, infatti, nasce dalle buone pratiche che si imparano da bambini -ha detto Centinaio-. È importante allora che i pediatri, le imprese e tutti gli attori coinvolti aiutino le famiglie a insegnare la prevenzione e la corretta alimentazione. La mia esperienza mi porta poi ad apprezzare l’impegno nel promuovere la dieta mediterranea e, in particolare, il Made in Italy agroalimentare. Non si tratta solo di difendere i nostri prodotti, i nostri agricoltori e la nostra industria alimentare, ma di promuovere stili di vita e abitudini nutritive che fanno bene e ci permettono di essere tra i popoli più longevi e in buona salute sulla Terra”.

“Noi pediatri consideriamo la nostra professione come un impegno sociale per il benessere dei bambini e degli adolescenti -spiega Gianluigi Marseglia, direttore della Clinica pediatrica dell’Università degli Studi di Pavia, fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e direttore della Scuola di specializzazione in pediatria dell’Università di Pavia nonché presidente del Collegio nazionale dei direttori delle scuole di pediatria-. In sinergia con altri esperti in materia, il pediatra del futuro sarà sempre più una ‘sentinella’: non solo per sconfiggere le malattie, ma direi soprattutto per conservare e difendere la salute, dalla nascita fino ai 18 anni. Lavorerà al fianco di istituzioni, aziende e famiglie per tenere alta l’attenzione sui rischi, sia a breve che a lungo termine, legati a tutti gli stili di vita non corretti, a partire da un’alimentazione poco bilanciata, o comunque non adeguata, fin dai primi giorni di vita”.

“I bambini hanno esigenze nutrizionali specifiche, che non sono quelle di un piccolo adulto -aggiunge Ruggiero Francavilla, docente di Pediatra presso il Dipartimento interdisciplinare di medicina (DIM) e responsabile dell’unità operativa semplice di Gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica presso l’Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII-. Basti pensare alle enormi quantità di pesticidi e contaminanti che un bambino potrebbe assumere, in relazione al suo peso, se consumasse cibi destinati all’alimentazione dei più grandi. Esiste proprio per questo una normativa specifica, che disciplina la produzione di alimenti destinati alla fascia di età 0-3 anni, volta a ridurre al massimo il rischio di esposizione a sostanze nocive. E per questa stessa ragione tutti gli alimenti commercializzati come ‘baby food’ rispettano standard di sicurezza e di qualità rigorosi, e sono sottoposti a controlli severi. Tutti requisiti di gran lunga più stringenti rispetto, ad esempio, a quelli del ‘biologico’. A fronte di una disciplina così esigente per la produzione di alimenti per i bambini più piccoli è paradossale che non esistano ancora precise linee guida nazionali a indirizzare le scelte in materia nella scuola dell’infanzia: un luogo in cui i più piccoli consumano migliaia di pasti, e in cui al contempo dovrebbero imparare a mangiare correttamente”.

“Dalla firma del Protocollo d’intesa del 2019, con l’allora ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio, Plasmon si è impegnata a collaborare con i principali attori del settore per attivare una vera e propria filiera agroalimentare italiana dedicata ai bambini -evidenzia Luigi Cimmino Caserta, responsabile Affari istituzionali di Kraft Heinz- Plasmon-. Non ci siamo dedicati solo alla produzione di alimenti made in Italy caratterizzati dai più alti standard di sicurezza e di qualità, ma anche alla promozione di una serie di iniziative di comunicazione, rivolte alle famiglie e alle istituzioni, tutte orientate a un unico obiettivo: promuovere cultura e consapevolezza sull’importanza dell’alimentazione nei primi mille giorni di vita, un determinante di salute fondamentale per i bambini di oggi e per gli adulti di domani, che può trovare nella dieta mediterranea e nella filiera italiana un alleato insostituibile”.

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EFA News - European Food Agency
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