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Carne coniglio: crollo verticale produzione in Europa

Ismea, macellazioni italiane in calo (-6,9%) nel I° semestre su base annua/Allegato

La produzione europea di carne di coniglio si è ridotta del 37% in cinque anni (2018-2022), con un contributo di quasi tutti i paesi. L'Italia è il terzo produttore europeo dopo Spagna e Francia, con un tasso di approvvigionamento prossimo al 99%. A riferirlo è un report dell'Ismea.

Nel primo semestre 2024 le macellazioni di conigli si sono ridotte del 6,9% su base annua, in linea con la tendenza in atto negli ultimi anni, riflettendo le conseguenze di un mercato con una do-manda in calo strutturale, che fatica a recuperare spazi di mercato.

Dopo un'estate su livelli ridotti, i prezzi sono risultati in ripresa a settembre. Offerta contenuta e domanda in ripresa stagionale lasciano presagire un recupero per la parte finale dell'anno. Le prime quotazioni di ottobre per il "vivo" sono ancora inferiori del 10% alle analoghe dello scorso anno. Diversa la situazione all'ingrosso dove le quotazioni da inizio anno si attestano su livelli superiori a quelli del precedente: +9% nelle prime settimane di ottobre. Costi di produzione in graduale riduzione da gennaio a giugno grazie al lieve ridimensionamento del prezzo dei mangimi.

Pur mantenendo la caratteristica di filiera autosufficiente, nel primo semestre 2024 è cresciuto l'import di carni cunicole in volume (+41%), meno in valore (+22%) per una dinamica dei prezzi in contenimento in tutti i paesi fornitori. Più che raddoppiati gli arrivi dalla Francia, dove i prezzi medi all'import sono stati i più contenuti (4,72 €/kg). Sul fronte delle esportazioni, nel primo semestre sono leggermente cresciuti i volumi (+5,4%), con un calo del valore (-2,8%).

Una flessione costante dei consumi caratterizza il comparto che in dieci anni ha perso il 35% dei volumi venduti. Nei primi otto mesi del 2024 la dinamica si conferma ancora flessiva, con una perdita sul 2023 dell'8,7%. Consumo sempre più concentrato solamente sulla fascia matura (il 75% dei consumatori è over 60), giovani sempre più disaffezionati (-51% la spesa nei primi otto mesi del 2024) sono gli elementi che caratterizzano la domanda finale.

Secondo Ismea, l'analisi di lungo periodo delle principali variabili del settore cunicolo non fa intravedere inversioni di tendenza al calo strutturale della domanda, visto che si tratta di una referenza di nicchia e orientata verso consumatori maturi. "Comunicazione e promozione possono essere le leve principali in grado di ridare slancio al consumo di questa tipologia di carne", si legge in una nota dell'istituto. "In particolare, potrebbero essere messe in atto sia iniziative volte a promuovere l'educazione culinaria necessaria per trattare la carne di coniglio, sia campagne informative per accrescere la conoscenza dei consumatori sulle sue caratteristiche nutrizionali e sull'orientamento alla sostenibilità".

Allegati
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EFA News - European Food Agency
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