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Giornata mondiale della pasta/3. I rischi del climate change

Crolla la produzione di grano duro, occorre rafforzare la filiera

"La pasta è uno degli alimenti più iconici e amati, un vero e proprio simbolo culturale che rappresenta l'Italia nel mondo. Oggi si celebra la giornata mondiale ma per mantenere questa immagine e questa reputazione occorre rafforzare l’intera filiera e far conoscere di più le prerogative del nostro prodotto". Una strada che, secondo Confagricoltura, non è così semplice alla luce di alcuni fattori: il clima che influisce sui raccolti di grano duro; la produzione italiana lontana dal fabbisogno dell’industria di trasformazione; le notevoli differenze qualitative della materia prima da zona a zona che richiedono interventi strutturali.

Il nostro Paese è il primo produttore mondiale di pasta, davanti alla Turchia e agli Stati Uniti, nonché il primo esportatore. Lo confermano (con orgoglio) proprio oggi i dati di Italmopa che attestano l'Italia leader mondiale del settore (leggi EFA News) e lo ribadisce, ce ne fosse bisogno, Eurostat, secondo cui l'Italia viene considerata "di gran lunga il principale produttore di pasta dell'Ue", con 4,2 milioni di tonnellate prodotte lo scorso anno, per un valore di 6,2 miliardi di Euro (leggi EFA News).

Come sottolinea dal canto suo Confagricoltura, il tasso di autoapprovvigionamento di grano duro è passato dal 78% del 2012 al 56% del 2023, con un trend sotto il 50% per il 2024. "Purtroppo -spiega la confederazione in una nota ufficiale- sempre in Italia, negli ultimi dodici mesi c’è stata anche una diminuzione del 20% del prezzo medio all'origine del grano duro, che è passato da circa 363 Euro a tonnellata a 287 Euro". 

Di qui, aggiunge l'organizzazione agricola italiana, "la necessità di rafforzare l’intera filiera, andando ad agire in modo aggregato su più fronti, a partire dalla gestione del rischio, che non riguarda evidentemente solo gli agricoltori, ma anche i trasformatori della materia prima che richiedono quantità e qualità il più possibile omogenee". Confagricoltura e UnionFood hanno stretto a riguardo un accordo che mira anche a far tornare il tasso di autoapprovvigionamento ai livelli più alti, con una produzione ad elevato standard qualitativo. 

La confederazione sottolinea poi "la necessità di adottare misure che riducano al minimo l'impatto delle restrizioni ambientali, per evitare che gli agricoltori siano costretti a rinunciare a parte delle loro attività o a ridurre ancora la produzione". L'obiettivo è trovare un "equilibrio tra le esigenze ambientali promosse dalla Pac e la sostenibilità economica delle aziende agricole, per garantire la continuità del settore senza compromettere i progressi verso una produzione più verde".

"Una corretta e trasparente comunicazione al consumatore, infine -conclude la nota-, è un elemento imprescindibile per creare valore e valori sul prodotto simbolo del Made in Italy gastronomico nel mondo". 

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EFA News - European Food Agency
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