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Al via la 59a fiera del tartufo di Acqualagna

Nel distretto marchigiano torna l’happening dedicato al prezioso tuber magnatum pico

Tartufi bianchi ma non solo. Quella che si è aperta oggi ad Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino, sarà molto più di una fiera dedicata al prestigioso fungo ipogeo. Bensì una kermesse articolata con più di 50 eventi, tra incontri, cooking show, spettacoli, visite guidate, e, ovviamente, il mercato del tartufo fresco nella storica piazza Enrico Mattei con 13 espositori. Giunta alla sua 59ma edizione e in programma i prossimi tre fine settimana fino al 10 novembre, la Fiera del tartufo bianco di Acqualagna è la grande vetrina di un distretto economico ormai famoso in tutto il mondo, dove il comparto agricolo fa da potente traino al settore terziario. 

Favorendo un turismo esperienziale in grado, come pochissimi altri, di valorizzare le aree interne: visto che l’economia locale ruota quasi completamente intorno all’odoroso prodotto, risultando Acqualagna la sede di raccolta dei 2/3 della produzione nazionale di tartufi, con circa 1000 cercatori su 4500 abitanti, 8 aziende trasformatrici (e una media di 15 dipendenti l’una), 28 ristoranti e 400 quintali di prodotto raccolto ogni anno. Disponibile infatti qui ogni mese, unica tra le città del tartufo, in tutte le tipologie e cioè (oltre ovviamente al magnatum pico) il nero pregiato, l’uncinato scorzone invernale, il nero invernale trifola nera, l’estivo scorzone, il bianchetto marzuolo, il moscato brumale, il nero ordinario mesentericum e il nero liscio macroscopum. Per un giro d’affari che lo scorso anno si è attestato intorno ai 50 milioni di Euro. Alimentato soprattutto dall’export: il 90% della produzione prende infatti la via dell’estero, confermando la debolezza della domanda interna.

Ma quanto bianca (e pregiata) sarà la stagione 2024? "Siamo ottimisti: l’estate caldissima e siccitosa con 40°/42° e in generale i cambiamenti climatici non sono certo d’aiuto per questa coltura. Ma le piogge tardive fanno ben sperare”, spiega Giancarlo Marini, titolare di una storica azienda di trasformazione di Acqualagna, nata nel 1956. “L’acqua fa sempre bene al tartufo, specie quando fa caldo. Addirittura, nei giusti periodi, come a Ferragosto, l’ideale sono le grandinate. Lo schock termico raffredda il terreno, l’acqua ghiacciata non scivola via ma sciogliendosi pian piano alimenta le tartufaie. E si sa i tartufi “creano” in estate e maturano in autunno. Fino adesso la stagione, partita il 1° ottobre, è stata piuttosto scarsa con poco prodotto benché di altissima qualità. Ma da 15 novembre fino a fine dicembre ci aspettiamo un’ottima produzione. Le quotazioni? Si va da dai 2500 E al kg fino ai 4000 E al kg, a seconda delle pezzature. Ma se tutto va come deve andare il prezzo potrebbe scendere di 1000 al kg. Ora serve che il terreno si asciughi e inizi a fare freddo: perché con il calo termico i tartufi iniziano a emanare il loro profumo. Vale la pena cercarli tre giorni prima e tre giorni dopo la luna piena: perché il nostro satellite, come per le maree, influisce anche sulla diffusione degli odori di questi funghi ipogei: in quei periodi si arriva raccoglierne anche il doppio del normale”.

Quali quindi le caratteristiche del bianco pregiato di Acqualagna? “Sviluppandosi in terreni non sabbiosi, un po’ duri, ricchi di argille e pietre i nostri tartufi risultano sempre di forma irregolare, poco tondeggianti”, spiega ancora Marini, “e questo a volte li penalizza sul mercato. Ma vantano qualità qualità organolettiche eccezionali, un profumo intenso e un bel colore giallo paglierino. La nomenclatura prevede per legge la dicitura tartufo bianco pregiato di Alba e di Acqualagna: è arrivato però il momento di cambiarla perché il tuber magnatum pico, si sa, è diffuso in tutta Italia”.

Tra i tanti eventi previsti in Fiera (il cui main sponsor è il pastificio marchigiano Luciana Mosconi) la seconda edizione del Tartufo Award - Gara Nazionale delle Città del Tartufo, competizione in cucina tra le principali città testimonial del tartufo in Italia.
Novità assoluta di quest’anno l’accordo di collaborazione con il comune di Cartoceto, per esaltare, insieme al tartufo, l’olio di Cartoceto Dop, unica dop olearia delle Marche. Il progetto "Essentia Marchigiana”, presentato dai due comuni in risposta al bando regionale Borgo Accogliente, nasce con l’obiettivo di rivitalizzare i due centri storici, aumentando il numero delle attività economiche e incrementando i servizi turistici. Partendo proprio dalle comuni eccellenze agroalimentari.

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EFA News - European Food Agency
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