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Beko, sindacati proclamano sciopero dopo l'incontro al Mimit

Fim giudica "irrispettose" le proposte dell'azienda, Uilm chiede conto dei licenziamenti

Si è chiuso ieri 7 novembre in tarda serata l'incontro al ministero dell'Industria e del made in Italy su Beko Europe Italia tra azienda, sindacati e enti locali. Un incontro che non ha soddisfatto i sindacati che hanno proclamato quattro ore di sciopero nazionale "per opporci -sottolinea il comunicato diramato oggi dal coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm di Beko- a qualsiasi ipotesi di chiusura". Lo sciopero, spiega la nota congiunta, "dovrà essere articolato a livello territoriale il primo giorno utile, in base al calendario di lavoro, entro il 20 novembre".

"Ieri -spiega la nota congiunta dei sindacati- Beko al Mimit ha dichiarato di voler fare dell'Italia il centro di eccellenza del global cooking compresa la ricerca e lo sviluppo, nonché del global design, inoltre ha dichiarato di voler mantenere sia il centro ricambi di Carinaro (Caserta) sia alcune funzioni regionali di staff. A questa dura esposizione non è seguito però un vero piano industriale con prospettive chiare per gli stabilimenti e gli uffici italiani, ma è chiaro che implicitamente si può evincere il rischio di una chiusura delle attività e degli stabilimenti dei comparti del freddo e del lavaggio".

"Per questo motivo -prosegue la nota- abbiamo chiesto innanzitutto immediata chiarezza sulle intenzioni della multinazionale e abbiamo offerto la nostra disponibilità a discutere solo a condizione che si escludano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali". 

"Al Governo -aggiunge la nota dei sindacati- abbiamo chiesto di impedire i licenziamenti e le chiusure e i ridimensionamenti degli stabilimenti, utilizzando ogni strumento a sua disposizione compresa la golden power che chiediamo di visionare, nonché di insediare finalmente un tavolo di settore che abbia l’obiettivo di restituire competitività ad un comparto che in mancanza di politiche industriali soccomberà sotto i colpi della concorrenza internazionale". 

"Il Governo -conclude la nota sindacale- ha ribadito la volontà di esercitare la golden power, ma a nostro avviso lo ha fatto in modo assai generico che si presta ad interpretazioni differenti. Per questi motivi chiediamo a partire dal 20 novembre al Mimit di iniziare un confronto con Beko econ il Governo per varare un piano di rilancio e non di chiusura degli stabilimenti e delle funzioni".

L'incontro al Mimit

Secondo il comunicato del ministero, l'incontro di ieri era un aggiornamento rispetto agli sviluppi legati a Beko Europe Italia, società nata dall’acquisizione di Whirlpool Europa da parte dell'azienda turca Arçelik, attiva nella produzione e nel commercio di elettrodomestici. Il confronto, che segue il precedente incontro tenutosi a giugno, è stato presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto. Presenti, oltre ai tecnici del Mimit e del ministero del Lavoro, i vertici dell'azienda, i rappresentanti dei sindacati nazionali e di categoria, delle Regioni e degli enti locali ove hanno sede i sette siti della società.

Durante l'incontro, i vertici di Beko Europe hanno fatto il punto sullo stato produttivo degli impianti, sui trend di mercato e sulle sfide che stanno interessando il settore degli elettrodomestici, evidenziando un rallentamento della domanda in Europa e una maggior concorrenza da parte dei competitor extra UE.

Ascoltate le parti, il ministro Urso e il sottosegretario Bergamotto hanno invitato l'azienda a presentare a breve un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, anche usando gli strumenti che il Governo e le Regioni mettono a disposizione, al fine di scongiurare la chiusura di stabilimenti e a gestire al meglio eventuali ridimensionamenti occupazionali e produttivi. 

La reazione dei sindacati: Fim Cisl

“È stato un incontro deludente e irrispettoso verso i 5.000 dipendenti di Beko-Whirlpool Italia -commenta il segretario nazionale FIM Massimiliano Nobis-. La direzione Beko ha illustrato una situazione ampiamente conosciuta sull'andamento del settore dell'elettrodomestico che vede una fase ciclica negativa e quote di mercato sempre più preda dei competitor cinesi. Ci ha poi comunicato che il settore su cui investirà per il rilancio dei siti sarà quello del "caldo" ovvero: forni, piani cottura e microonde, oltre al mantenimento del settore del lavaggio mentre ha annunciato un progressivo disinvestimento sul settore del freddo, in particolare: frigoriferi e celle frigo a pozzetto. Scelte, a detta dell’azienda, conseguenti ai livelli di saturazione e profittabilità dei singoli comparti". 

"Nulla ci è stato riferito -sottolinea Nobis- sul mantenimento occupazionale e su progetti di rilancio dei 5 siti presenti in Italia da parte del Gruppo Beko e di nuove produzioni da fare in Italia. Come FIM visto quanto detto oggi dall’azienda al tavolo ministeriale, crediamo fondamentale che il governo applichi la Golden Power e nel prossimo incontro previsto per il 20 novembre l’azienda confermi l'impegno del mantenimento occupazionale sui siti italiani”.

Uilm

“Siamo consapevoli dello stato di oggettiva difficoltà -spiega Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore degli elettrodomestici- che attraversa l’industria dell’elettrodomestico in Italia e in Europa, ma chiediamo a Beko e al Governo di discutere un piano di rilancio. Siamo pronti ad affrontare anche temi difficili, purché però si scongiurino chiusure e licenziamenti”.

“Il Governo -conclude Ficco- ci aiuti a tutelare industria e lavoratori già a partire dal prossimo incontro che dovrebbe tenersi il 20 novembre, partecipando alla discussione sul piano industriale con Beko, esercitando la golden power in caso di necessità, ma anche insediando il tavolo di settore che chiediamo da tempo per restituire competitività alla nostra industria oggi sotto attacco di una agguerritissima concorrenza internazionale”.

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