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CLARA MOSCHINI

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Retromarcia Unilever: licenziamenti ridotti?

Non più 7.500 tagli ma (forse) 6.000: intanto, investe in Polonia per i noodles istantanei

Unilever sembra tornare sui suoi passi e dà un po' di gas agli investimenti, ritarando le (pessime) notizie occupazionali in circolazione da tempo. Andiamo con ordine, partendo dai nuovi investimenti. La multinazionale ha comunicato ieri la decisione di investire quest'anno 15 milioni di Euro nello stabilimento polacco di Poznań: i soldi verranno destinati principalmente a una nuova linea di produzione di noodles istantanei venduti con i marchi Amino e Knorr. 

Unilever sta, inoltre, pianificando l'espansione in altri mercati, dato che attualmente circa il 15% della produzione dello stabilimento di Poznań viene venduto in Polonia, mentre il resto viene esportato, principalmente nei Paesi dell'Europa centrale e orientale e nei Paesi Bassi. Per rendere efficace tale espansione, Unilever sta investendo anche attraverso l'introduzione di strumenti digitali a supporto dell'ottimizzazione della produzione. 

Passiamo ai posti di lavoro, tema caldo almeno da inizio anno, da quando cioè la multinazionale ha fatto sapere che avrebbe eliminato 7.500 posti di lavoro a livello globale come parte di una ristrutturazione per risparmiare circa 800 milioni di Euro (leggi EFA News). Adesso, pare che il management abbia deciso di tagliare circa 1.500 occupati in meno in Europa rispetto a quanto inizialmente previsto: secondo indiscrezioni potrebbe anche assumere circa 1.000 persone "ripescandole" tra quelle colpite dalla riduzione dei costi. Dall'altra parte, invece, pare che il management abbia confermato l'intenzione annunciata a marzo di scorporare la sua unità di gelati, che ospita marchi come Ben & Jerry's e Magnum (leggi EFA News). 

Il consiglio di fabbrica europeo di Unilever, ossia l'Uewc, ha fortemente criticato queste decisioni, affermando che un riallineamento dell'attività dei gelati avrebbe potuto essere gestito con successo all'interno di Unilever. Il presidente dell'Uewc, Hermann Soggeberg, ha dichiarato di avere comunque raggiunto un accordo in ottobre con Unilever che prevede una riduzione di circa 1.700 posti di lavoro, dopo aver inizialmente previsto una perdita di circa 3.200 posti di lavoro in Europa.

"Abbiamo negoziato intensamente con l'azienda per tutta l'estate", ha detto Soggeberg, secondo cui la multinazionale starebbe ancora realizzando i risparmi promessi agli investitori, pur se è stata in grado di ridurre in modo significativo i tagli di posti di lavoro in Europa attraverso progetti di risparmio dal 2022 al 2024 sia tramite lo stop delle assunzioni all'esterno. Soggeberg ha detto che circa 1.000 posti di lavoro aggiuntivi saranno offerti all'azienda europea di gelati di Unilever, principalmente ai dipendenti colpiti dai tagli di posti di lavoro nel resto delle attività. 

Di fatto, sembra che la marcia indietro possa riguardare anche il settore gelati che, probabilmente, non verrà scorporato del tutto. “Stanno pianificando una crescita nel settore dei gelati -ha detto Soggeberg-. Abbiamo concordato con Unilever che il processo di assunzione di queste persone sarà sincronizzato con il programma di riduzione dei posti di lavoro”.

Da parte sua, Unilever sembra confermare questa retromarcia. “Quando abbiamo annunciato il programma -ha dichiarato la multinazionale tramite un portavoce- eravamo determinati a mitigare l'impatto di questi cambiamenti sul nostro personale e siamo quindi lieti di aver raggiunto questo obiettivo in Europa attraverso una combinazione di trasferimenti di ruoli alla nostra attività di gelateria, un congelamento delle assunzioni e una naturale riduzione del personale. In questo modo abbiamo ridotto il numero di persone che lasceranno la nostra azienda, assicurando al contempo il pieno raggiungimento dei risparmi sui costi che ci siamo impegnati a realizzare”.

Fc - 45620

EFA News - European Food Agency
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