Accordo Fai-Cisl e Marocco per la formazione agroalimentare
Memorandum con la Fédération nationale du secteur agricole Umt in difesa dei lavoratori immigrati
È stato siglato oggi a Casablanca, in Marocco, il memorandum di cooperazione e sostegno reciproco tra la Fai-Cisl e l`omologo sindacato marocchino Fnsa-Umt: l'obiettivo è rafforzare reciprocamente l'efficacia delle attività in difesa degli interessi dei lavoratori, in particolare degli immigrati di origine marocchina impiegati nel settore agroalimentare e negli altri settori della categoria. Fai Cisl è la Federazione agricola alimentare ambientale industriale italiana, sindacato che rappresenta circa 200.000 lavoratori dell'agricoltura e attività connesse, dell'industria alimentare, delle foreste, della pesca.
Tra i punti dell`accordo, siglato dai vertici della Federazione agroalimentare della Cisl e della Fédération Nationale du Secteur Agricole dell`Umt, c'è lo scambio d'informazioni ed esperienze, la realizzazione di incontri e seminari di studio, iniziative sindacali e culturali di interesse comune, la costruzione di reti di solidarietà e l`implementazione dell`efficacia delle campagne congiunte nell`ambito delle federazioni internazionali del settore agroalimentare.
L'accordo, rende noto la Fai Cisl, punta inoltre a tutelare i diritti sindacali e contrattuali dei lavoratori, riguardanti condizioni di lavoro e di sicurezza, aumenti salariali, tutela dell`occupazione, a sostenerne la partecipazione e la formazione attraverso l`utilizzo di fondi nazionali ed europei, che siano focalizzati all`inserimento lavorativo e sociale dei lavoratori migranti del settore agroalimentare e anche nell`ambito dei decreti flussi stagionali.
In Italia, risiedono oltre 400.000 cittadini marocchini: nel settore agricolo i lavoratori marocchini sono 38.000 e rappresentando il 15,4% dei braccianti non comunitari sono la prima comunità straniera tra quelle extra Ue.
“Con 600 miliardi di Euro di fatturato e 70 di export -spiega il leader della Fai-Cisl Onofrio Rota commentando la sigla del memorandum- l'agroalimentare è diventato uno dei settori trainanti dell’economia italiana: il ruolo dei lavoratori immigrati è sempre più determinante ma occorre valorizzarlo puntando su formazione e competenze, su corridoi migratori legali, su un mercato del lavoro più efficiente e tracciabile per debellare qualsiasi forma di sfruttamento ed economia sommersa".
"Governare l’immigrazione in modo più strutturato e garantendo le opportune dinamiche di inclusione -conclude Rota- vuol dire anche dare risposte concrete all’inverno demografico e alla drastica diminuzione di lavoratori attivi, visto che nel 2040 ne usciranno dal mercato del lavoro 4 milioni e nel 2050 circa 7 milioni”.
EFA News - European Food Agency