L'intervento. Romania, nuova frontiera dell'industria alimentare
Daniele Iacona (Schoenherr): "Grandi opportunità dal programma di modernizzazione del paese"
La Romania, nonostante il suo grande potenziale agricolo, affronta un significativo deficit commerciale nel settore alimentare, un problema strategico che tocca la sicurezza nazionale e l’economia del paese. Le importazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto livelli preoccupanti: circa il 47% del consumo interno è alimentato da beni esteri, rispetto al 2,4% del 1995. Paesi come Germania, Italia, Ungheria e Polonia sono tra i principali fornitori.
Ma le prospettive sono di un grande cambiamento, con notevoli opportunità che si stanno aprendo per le industrie alimentari. E' il parere di Daniele Iacona, head of Italian desk CEE di Schoenherr, law firm internazionale. Ospitiamo di seguito un suo intervento sulla questione.
Il paese balcanico inoltre esporta molte materie prime e prodotti a basso valore aggiunto, mentre importa alimenti lavorati e industrializzati. Ad esempio, nel caso della carne di maiale, importa 18,4 kg pro capite, esportandone solo 1,1 kg. Il risultato è un mercato interno invaso da prodotti esteri, mentre le infrastrutture locali per la trasformazione alimentare sono insufficienti o obsolete. Questo divario contrasta con l’evoluzione di paesi vicini come Polonia, Ungheria e Bulgaria, che grazie a politiche mirate e investimenti tecnologici hanno sviluppato surplus alimentari.
Necessità di investimenti tecnologici e fabbriche 4.0 nel settore alimentare rumeno
La Romania si trova dunque ad affrontare un’urgenza di investimenti tecnologici mirati, in particolare nel settore delle fabbriche 4.0 per la produzione alimentare. Le attuali infrastrutture industriali non sono sufficienti a supportare una produzione locale moderna, competitiva e diversificata, capace di soddisfare pienamente le crescenti esigenze del mercato interno. Questa situazione crea un'opportunità straordinaria per paesi sviluppati e altamente specializzati nel settore alimentare, come l’Italia e la Germania, di giocare un ruolo chiave nel progresso industriale della Romania.
Le tecnologie avanzate, come l'Intelligenza Artificiale, l'Internet of Things (IoT), la Blockchain e la Robotica, rappresentano gli strumenti fondamentali per trasformare il panorama produttivo alimentare rumeno. L'introduzione di fabbriche intelligenti, automatizzate e in grado di adattarsi alle specifiche esigenze del settore locale, consentirebbe non solo di ottimizzare la produzione, ma anche di rispondere alle nuove sfide in termini di sostenibilità, sicurezza e tracciabilità.
L'adozione di queste tecnologie avanzate, attraverso il trasferimento di know-how e modelli industriali innovativi da paesi con esperienza consolidata, permetterebbe alla Romania di sfruttare il suo grande potenziale agricolo e creare filiere alimentari moderne, autosufficienti e altamente competitive. Ciò ridurrebbe la dipendenza dalle importazioni e, al contempo, contribuirebbe a generare valore aggiunto localmente, stimolando la crescita economica, creando posti di lavoro qualificati e migliorando la qualità dei prodotti alimentari.
Investire nella modernizzazione del settore alimentare rumeno, quindi, non solo rappresenta un'opportunità di business per gli investitori, ma è anche una strategia per promuovere l'innovazione e la competitività a lungo termine nel mercato europeo orientale.
INVESTALIM: un Programma per la Modernizzazione dell’Industria Alimentare Rumena
Il programma INVESTALIM, lanciato dal Governo rumeno il 30 giugno 2023, punta a ridurre la dipendenza dalle importazioni agroalimentari e stimolare la produzione locale. Attivo fino al 2026, il piano offre incentivi finanziari per sviluppare e modernizzare il settore alimentare, favorendo la creazione di nuove unità produttive, l’espansione di impianti esistenti e la diversificazione della produzione.
Il programma si rivolge alle imprese rumene e richiede un contributo minimo del 25% da parte dei beneficiari, mentre il restante può essere coperto da finanziamenti garantiti dal Fondo di Garanzia del Credito Rurale. L’importo degli aiuti è regolato dai limiti di intensità previsti dalla normativa HG 311/2022. Le erogazioni, gestite dall’AFIR, saranno completate entro il 2031.
Ad oggi, nove imprese hanno avviato investimenti per un totale di circa 440 milioni di euro, di cui circa 265 milioni di euro coperti da contributi a fondo perduto. Tra i progetti figurano fabbriche di carne, olio e la prima unità romena di produzione di patate congelate. Complessivamente, il programma prevede investimenti totali di 800 milioni di euro, finanziati in più fasi.
Un Settore Promettente per il Private Equity
Il settore agroalimentare rumeno rappresenta una straordinaria opportunità per i fondi di private equity. Gli investimenti in Foodtech e infrastrutture all’avanguardia potrebbero generare rendimenti significativi, sfruttando anche gli incentivi offerti dal Governo. L’unione tra capitali privati, tecnologie avanzate e risorse agricole locali può creare una filiera alimentare moderna, sostenibile e competitiva.
Conclusioni
Il deficit alimentare della Romania è una sfida urgente, ma anche un’opportunità per trasformare un problema in un punto di forza. Con il supporto di investitori specializzati, aiuti di Stato e tecnologie innovative, il paese ha il potenziale per diventare un hub produttivo nel settore alimentare. Investitori e fondi, specializzati nel settore, sono chiamati a contribuire attivamente garantendo alla Romania l'avanzata verso un’industria alimentare autonoma e competitiva.
EFA News - European Food Agency