La Mongolia punta al latte sostenibile
Apu Dairy ottiene un finanziamento di 38 milioni di euro da Bers e Adb
La Mongolia si fa largo nel difficile mondo dell'agroalimentare e in quello ancora più complicato, della sostenibilità ambientale. Lo fa utilizzando come testa di ponte il produttore lattiero caseario Apu Dairy che ha ottenuto un prestito di 136,55 miliardi di tugrik mongoli (pari a 37,8 milioni di Euro) da due istituzioni finanziarie per espandere le sue attività. Il prestito, infatti, è offerto dalla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo che ha messo sul piatto circa 19 milioni di Euro, e dalla Adb, l'Asia development bank, la Banca asiatica di sviluppo: nel finanziamento è incluso anche un massimo di 2 milioni di dollari provenienti dalla Hipca, la High impact partnership on climate action del Canada.
Come sottolinea il comunicato ufficiale di Apu Dairy, "questo accordo di finanziamento segna la prima collaborazione su larga scala con le principali istituzioni finanziarie internazionali per lo sviluppo nei settori della produzione verde e della mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore alimentare e agricolo".
Apu Dairy utilizzerà i fondi per l'espansione del proprio impianto di lavorazione, per l'acquisizione di nuove linee di lavorazione e confezionamento e per migliorare gli accordi di approvvigionamento del latte. In particolare, l'azienda mira a “triplicare” la capacità del suo impianto". Inoltre, il finanziamento sarà utilizzato anche per soddisfare le esigenze di capitale circolante dell'azienda.
L'azienda è di proprietà di Apu JSC, il “più antico e più grande produttore di bevande in Mongolia”. La società ha dichiarato di voler migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici di oltre 1.700 agricoltori locali che forniscono latte crudo. Il progetto sosterrà i piccoli allevatori di yak nella regione di Arkhangai introducendo “nuove tecnologie” e “competenze di mercato” per “migliorare la produttività e la sostenibilità”. Con i soldi, Apu Dairy spera di “sostenere i pastori nomadi integrandoli nella catena del valore del latte”. Con gli aiuti delle due banche Apu Dairy prevede di creare 25 centri di raccolta del latte crudo in un raggio di 450 km dalla capitale Ulaanbaatar, creando un “mercato stabile” per il latte dei pastori. Entro il 2028, questi centri sosterranno la crescente domanda di latte crudo proveniente dall'impianto di lavorazione ampliato dell'azienda, generando 320 nuovi posti di lavoro, come ha osservato l'Adb.
Secondo la Banca asiatica di sviluppo, la Mongolia produce 800 milioni di litri di latte crudo all'anno, ma solo il 10% viene lavorato a causa dei limitati collegamenti con i pastori: gli impianti lattiero-caseari funzionano a metà della loro capacità, mentre le fluttuazioni stagionali costringono a fare affidamento sul latte in polvere importato in inverno.
“Sono fiducioso che questo prestito e l'assistenza tecnica diventeranno un pilastro dello sviluppo futuro dell'agricoltura e della produzione alimentare della Mongolia -sottolinea Bayarmagnai Galsumiya, amministratore delegato di Apu Dairy-. Contribuiranno in modo significativo a migliorare i mezzi di sussistenza, le conoscenze e le competenze dei pastori rurali”.
EFA News - European Food Agency