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Tribunale: brand Cannavacciulo usato senza autorizzazione

Gestori di un ristorante di Ravenna condannati a 4 mesi di reclusione e 3000 euro di multa

Esibivano il brand di Antonino Cannavacciuolo nei loro menù. Questa l'accusa a carico di due coniugi cubani di 52 e 34 anni, co-gestori del ristorante-pizzeria "Saporetti" a Marina di Ravenna. Entrambi sono stati condannati dal Tribunale di Ravenna a quattro mesi di reclusione e a 3000 euro di multa per uso in concorso del marchio registrato del noto chef napoletano. Nello stesso dibattimento, è stato assolto per non aver commesso il fatto un 65enne bresciano, amministratore della società di gestione del ristorante assieme ai due cubani.

La vicenda giudiziaria prende forma alla fine del 2019, allorché lo stesso Cannavacciuolo viene a sapere via Facebook da una sua fan dell'esistenza di un menù a suo nome presso il ristorante "Saporetti", che aveva da poco riaperto, dopo essere stato un brand di grido nella ristorazione ravennate negli anni '80. L'esistenza di tale menù era stata pubblicizzata anche con un camion-vela.

Dopo aver fatto chiamare "Saporetti" dalla sua segretaria (fintasi cliente), lo chef partenopeo aveva sporto denuncia ai carabinieri, ribadendo in tribunale che il suo marchio "è registrato nel 2017 e non ne ho mai concesso l'utilizzo". Oltretutto, Cannavacciuolo ha affermato di conoscere la cubana condannata, con cui aveva partecipato a una puntata di "Cucine da incubo" nel 2016, tuttavia, la donna "non poteva usare la mia immagine se non in quel contesto". I due coniugi attualmente gestiscono un locale a Reggio Emilia.

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