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Bufera british sul pomodoro: inchiesta della Bbc

Un'azienda italiana accusata di utilizzare prodotto cinese nelle private label

La Bbc ha denunciato che alcune passate di pomodoro “italiane” vendute da vari supermercati britannici contengono pomodori coltivati e raccolti in Cina, col pericolo che siano anche frutto di lavoro forzato. Alcune hanno il nome “italiano”, come “Italian Tomato Purée” di Tesco, altre contengono il termine “italiano” nella loro descrizione, come il doppio concentrato di Asda che dice di contenere “Purè di pomodori coltivati in Italia” o l'“Essential Tomato Purée” di Waitrose, che si descrive come “passata di pomodoro italiana”. In totale, secondo i test commissionati dal Bbc World Service, si parla di 17 prodotti, la maggior parte dei quali a marchio proprio venduti nei rivenditori del Regno Unito e della Germania, che potrebbero contenere pomodori cinesi, la maggior parte dei quali proverrebbe dalla regione dello Xinjiang, dove la loro produzione è legata al lavoro forzato degli uiguri e di altre minoranze in gran parte musulmane. Tanto che le Nazioni Unite accusano lo Stato cinese, che considera queste minoranze un rischio per la sicurezza di torture e abusi: accuse negate dal governo cinese il quale afferma che il rapporto delle Nazioni Unite si basa su “disinformazione e bugie”.

La Cina coltiva circa un terzo dei pomodori del mondo: la regione nord-occidentale dello Xinjiang ha il clima perfetto per la coltivazione del frutto. È anche il luogo in cui la Cina ha iniziato un programma di detenzioni di massa nel 2017 in quelli che la stessa Cina ha definito “campi di rieducazione”. Mettendo insieme i dati sulle spedizioni di tutto il mondo, la Bbc ha scoperto come la maggior parte dei pomodori dello Xinjiang viene trasportata in Europa: in treno attraverso il Kazakistan, l'Azerbaigian e la Georgia, da dove vengono poi spediti in Italia. Non a caso, un nome di azienda made in Italy compare ripetutamente come destinatario nei dati: si tratta di un'azienda del sud controllata dal gruppo Petti, una delle grandi aziende di trasformazione del pomodoro in Italia. Tra il 2020 e il 2023, secondo i dati, ha ricevuto oltre 36 milioni di chili di concentrato di pomodoro dalla società Xinjiang Guannong e dalle sue controllate. I prodotti oggetto dell'inchiesta riguardano forniture per la marca privata.

L'indagine della Bbc ha ha testato 64 diverse passate di pomodoro vendute nel Regno Unito, in Germania e negli Stati Uniti, confrontandole in laboratorio con campioni provenienti da Cina e Italia: si trattava, sottolinea la Bbc, di prodotti delle migliori marche italiane e di marche proprie dei supermercati. Source Certain, società di fama mondiale per la verifica dell'origine con sede in Australia, ha confrontato i profili di questi Paesi con le 64 passate di pomodoro da testare, la maggior parte delle quali affermava di contenere pomodori italiani o dava l'impressione di contenerli, e alcune che non dichiaravano alcuna origine. Ebbene, i risultati del laboratorio hanno suggerito che molti di questi prodotti contenevano effettivamente pomodori italiani, compresi tutti quelli venduti negli Stati Uniti, le migliori marche italiane, tra cui Mutti e Napolina, e alcune marche proprie di supermercati tedeschi e britannici, tra cui quelli venduti da Sainsbury's e Marks & Spencer. Ma 17 sembravano contenere pomodori cinesi e 10 di queste conserve a marchio private label erano prodotte nello stabilimento del sud controllato da Petti. Di questi 10 prodotti da Petti, al momento del test erano in vendita nei supermercati del Regno Unito nel periodo aprile-agosto 2024 da Asda (Asda Organic Tomato Purée“ e Tomato Purée Double Concentrate), Morrisons (Morrisons Tomato Puree), Tesco (The Grower's Harvest” e Italian Tomato Purée) e Waitrose (Essential Waitrose Tomato Purée). Gli stessi prodotti erano in vendita nei supermercati tedeschi durante il periodo di test della Bbc venduti da Edeka (Tomatenmark), Lidl (Baresa Tomatenmark), Penny (Bio Tomatenmark) e Rewe (Bio Tomatenmark).

La risposta del gruppo toscano

Nella sua risposta all'inchiesta della Bbc, il gruppo Petti ha dichiarato di non aver più acquistato da Xinjiang Guannong da quando questa azienda è stata sanzionata dagli Stati Uniti per aver fatto ricorso al lavoro forzato nel 2020, ma ha affermato di aver acquistato regolarmente concentrato di pomodoro da un'azienda cinese chiamata Bazhou Red Fruit. Questa azienda “non ha fatto ricorso al lavoro forzato”, ha detto Petti. Tuttavia, l'indagine della BBC ha scoperto che Bazhou Red Fruit condivide un numero di telefono con Xinjiang Guannong: a carico ci sarebbero anche altre prove, tra cui l'analisi dei dati di spedizione le quali suggeriscono che Bazhou è una società di comodo. Infine, Petti avrebbe aggiunto: “In futuro non importeremo prodotti a base di pomodoro dalla Cina e potenzieremo il monitoraggio dei fornitori per garantire il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori”.

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EFA News - European Food Agency
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