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CLARA MOSCHINI

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Malattia di Crohn: si può fare cenone inclusivo

Campagna di sensibilizzazione per migliorare la gestione della patologia

Durante le feste, una tavola imbandita è simbolo di gioia e condivisione. Ma, per chi ha una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (Mici), come il morbo di Crohn, questo periodo dell’anno può essere particolarmente stressante, sia da un punto di vista fisico che psicologico. In Italia sono circa 250.000 le persone oggi colpite da queste patologie – con il 25% delle diagnosi complessive che avviene in età pediatrica e giovanile. Si stima, inoltre, che la popolazione con Mici raddoppierà entro il 2030. Per evitare che queste patologie, in primis la malattia di Crohn, raggiungano fasi acute, nel 95% dei casi sono richiesti notevoli sacrifici alimentari generando così frustrazione, isolamento e difficoltà socio-relazionali per le persone che ne sono colpite e le loro famiglie. Durante le festività, poi, aumenta il timore di “sgarrare” dalla propria dieta abituale, trovandosi di fronte a piatti speciali e particolarmente sfiziosi. Non solo, a Capodanno con gli amici o alle feste di Natale con i colleghi si ha spesso la necessità di giustificare scelte alimentari diverse e più rigide. Le rinunce alimentari, infatti, possono far sentire soli anche nella stanza più affollata. Ma con qualche accortezza e il giusto supporto, è possibile vivere le feste con maggior serenità, senza rinunciare al piacere della convivialità.

L’obiettivo della campagna di sensibilizzazione "Crohnviviamo”, promossa da Nestlé Health Science è proprio quello di fornire alle persone con malattia di Crohn tutte le informazioni necessarie per migliorare la gestione della malattia attraverso l’aspetto cruciale della nutrizione. Senza rinunciare alla socialità, a maggior ragione durante le festività. Nasce così “Faq: Alimentazione e Malattia di Crohn” che raccoglie le risposte a dubbi e domande più frequenti: il vademecum – a cura di Camilla Fiorindi, dietista dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze con il patrocinio di Amici Italia - Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino è disponibile gratuitamente, in formato digitale, sul sito di Nestlé Health Science. In particolare, tra le diete disponibili per chi ha una malattia infiammatoria cronica intestinale, la dieta ad esclusione (Cded) è quella con più evidenze scientifiche a supporto, sia per i bambini sia per gli adulti: ha dimostrato, infatti, di poter indurre la remissione e di evitare riacutizzazioni nei pazienti con malattia lieve o moderata.

Ecco i 5 suggerimenti della dottoressa Fiorindi per chi vuole vivere con più serenità la cena della Vigilia, il pranzo di Natale o il cenone di Capodanno:
Antipasti: durante le feste, in tavola è quasi sempre presente l’immancabile piatto di formaggi assortiti. Per chi ha il morbo di Crohn, i latticini possono rappresentare un problema. Tuttavia, con qualche accortezza, è possibile comporre un tagliere di formaggi gustoso: parmigiano reggiano e altri formaggi stagionati, ad esempio, possono essere consumati (evitando gli eccessi) anche in caso di intolleranza al lattosio poiché ne sono privi. Lenticchie: simbolo di prosperità, protagoniste dei cenoni di Capodanno, possono rientrare nel menù in chi segue la Cded da più tempo, in quantità limitata. Per chi ha da poco iniziato questa dieta, meglio utilizzare le lenticchie decorticate, ovvero senza la buccia esterna, o altrimenti consumarle sottoforma di passato o hummus. Per chi invece ha introdotto pian piano i legumi nella dieta, resta comunque importante il tempo di ammollo, cambiando l’acqua almeno una volta prima di cuocerli. Un ultimo consiglio: la cottura dei legumi con erbe aromatiche come la salvia può contribuire a ridurre il gonfiore addominale.

Pandoro o panettone? Va considerato che, in fase di remissione di malattia, è consentito mangiare anche alimenti normalmente non consentiti nelle prime fasi della Cded, in piccole quantità e mantenendo un’alimentazione corretta e bilanciata almeno 5 giorni a settimana. Insomma, una piccola fetta di pandoro o panettone per concludere il pasto non è da escludere del tutto. Esistono poi, per chi ha voglia di cucinare, diverse alternative ai classici dolci natalizi, adatte a chi ha la malattia di Crohn, come ad esempio la torta “Christmas Rapa-Red”.

Pane e companatici: In attesa che tutti gli ospiti si mettano a tavola, difficile resistere ai bocconcini di pane. È preferibile, per chi ha una malattia infiammatoria cronica intestinale, evitare il lievito di birra e preferire quello naturale (come, ad esempio, il lievito madre). Un suggerimento: il pane può essere consumato tostato per limitare il gonfiore addominale.

Convivialità: Per chi ha una malattia infiammatoria cronica intestinale, la scelta di cosa mangiare e cosa invece evitare può diventare una vera e propria sfida. Spesso vengono maturate paure e convinzioni circa l’alimentazione che portano a seguire una dieta monotona limitando al contempo la qualità di vita e l’autonomia della persona. È importantissimo confrontarsi con un professionista della nutrizione che può aiutare a trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di regolamentare l’alimentazione e quella di non rinunciare a momenti di socialità, soprattutto durante le feste. All’interno del vademecum della dottoressa Fiorindi, sono riportate anche indicazioni relative all’integrazione nella dieta di Modulen - alimento a fini medici speciali - per gestire al meglio la fase di remissione e per coprire i fabbisogni nutrizionali tanto tra i bambini e quanto negli adulti.

“Gestire l’alimentazione anche durante le festività, momento in cui l’esigenza di socialità e convivialità è particolarmente sentita, può rappresentare una sfida per chi ha la malattia di Crohn o una malattia infiammatoria cronica dell’intestino. Le rinunce alimentari, infatti, diventano più difficili di fronte a una tavola imbandita, portando le persone a sentirsi isolate” spiega la dottoressa Fiorindi. “Per questo motivo è fondamentale il supporto di un professionista della nutrizione in tutte le fasi della malattia per garantire il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale ma anche per cercare, insieme, soluzioni il più possibile personalizzate e adatte alle esigenze che cambiano nelle varie fasi della vita ma anche nei diversi periodi dell’anno”.

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EFA News - European Food Agency
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