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Crisi Beko. Giani: "Non possiamo permettere che Siena perda un punto di riferimento"

Presidente Regione Toscana: "No a chiusura stabilimento, parta processo rigenerazione industriale"

“La Toscana è con voi, quello che sta accadendo qui riguarda una manifattura assolutamente importante a Siena. Noi non vi lasceremo soli e non lasceremo che la Toscana perda questo punto di riferimento”. Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani agli operai della Beko. Il presidente è tornato a distanza di alcuni giorni ai cancelli dello stabilimento senese accanto ai 299 operai che rischiano il licenziamento entro il 31 dicembre 2025.

“Quella data va cancellata", ha detto ancora Giani. "Questo sito deve rimanere aperto qualsiasi cosa accada. Se un’impresa sigla un accordo ad aprile e a novembre chiude e lo tradisce, significa che quell'accordo era stato vissuto non in buona fede. Di questo dovranno rendere conto sotto tutti gli aspetti, a questo noi ci ribelliamo e invitiamo anche il Governo a ribellarsi. In Italia non possono accadere queste situazioni e in Toscana sicuramente non accadrà. Anzi", ha concluso Giani, "daremo l’impulso per dire che la Toscana è manifatturiera e crede fortemente nello sviluppo. Da qui deve partire un processo di rigenerazione industriale che sia da esempio”.

Il presidente prima di lasciare Siena per dirigersi sul luogo dell’esplosione verificatosi nello stabilimento Eni di Calenzano ha manifestato l’intenzione di essere presente a Roma con la delegazione toscana per difendere il futuro dei lavoratori e dell’industria senese. Insieme al presidente Eugenio Giani, di fronte ai cancelli dell’azienda Beko, erano presenti numerosi sindaci del territorio, gli onorevoli Elly Schlein ed Emiliano Fossi, il parlamentare europeo Dario Nardella e il senatore Silvio Franceschelli.

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