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CLARA MOSCHINI

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Annuario Crea: fatturato agroalimentare vale 676 mld euro

Valore aggiunto primo settore sale in termini correnti, ma cala in volume/Allegato

“L’Annuario dell’agricoltura italiana restituisce ogni anno, da 77 anni, una fotografia del settore agricolo nazionale straordinariamente dettagliata, per comprendere fenomeni e dinamiche in atto, sia a livello regionale, sia nel più ampio contesto nazionale e globale. Il 2023, nonostante gli andamenti climatici avversi e l’aggravamento della instabilità internazionale, è stato un anno in cui l’agricoltura italiana ha saputo reagire alle difficoltà, ridisegnando il proprio ruolo in un Sistema agroalimentare in fase di rilevante crescita, in parte anche grazie alla nuova Pac, che punta molto sulla sostenibilità e per la quale come Crea forniamo supporto al Masaf per la formulazione degli interventi”. Così Andrea Rocchi, presidente del Crea, intervenendo ieri alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2023, il prodotto istituzionale di più lunga tradizione che, da 77 anni, documenta lo stato del settore in Italia, realizzato dal Crea con il suo Centro Politiche e Bioeconomia.

Il sistema agroalimentare nel suo complesso - agricoltura, industria alimentare e delle bevande, intermediazione, distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e ristorazione - si conferma un settore cardine della nostra economia, con un fatturato di circa 676 miliardi di euro nel 2023, circa 15% del fatturato globale dell’economia nazionale, grazie alle buone performance di tutte le sue componenti, ma in particolare dei servizi di ristorazione (+12%) che hanno completamente recuperato i livelli pre-pandemia. L’agricoltura insieme all’industria alimentare e delle bevande rappresentano il 41% del fatturato di questo sistema complessivo. Da notare il fatto che tre Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) producono, congiuntamente, oltre il 42% del valore totale, quota che sale al 64,3% se si aggiungono Campania, Lazio e Piemonte.

Il valore aggiunto agricolo si è collocato vicino ai 37,5 miliardi di euro, registrando una variazione positiva in termini correnti (+7,9%), ma un calo in volume (-2,5%). Il 2023, infatti, è stato caratterizzato da andamenti climatici avversi (la temperatura media annuale è stata superiore a quella degli ultimi 60 anni, per il decimo anno consecutivo) ed eventi meteorologici estremi, che hanno causato ingenti danni alle colture e agli allevamenti. Mentre, l’instabilità internazionale ha mantenuto alti i prezzi dei fattori di produzione. Tutto ciò si è tradotto nel perdurare di una forbice tra i prezzi dei prodotti acquistati e quelli dei prodotti venduti, che erode il margine di profitto delle aziende.

Sul fronte degli scambi con l’estero, il 2023 segna un nuovo primato con le esportazioni, che, per la prima volta, superano la soglia dei 63 miliardi di euro (+6,6%). La maggiore crescita dell’export rispetto all’import (+4,1%) determina una riduzione del deficit della bilancia agro-alimentare (che si attesta su -1,64 miliardi di euro). Torna a crescere anche il peso dell’agro-alimentare sulla bilancia commerciale complessiva dell’Italia, che si colloca intorno al 10% per le esportazioni.

Indiscusso anche il contributo (63,2%) dell’agricoltura e dell’industria alimentare e delle bevande alla bioeconomia che, nel 2023, ha generato in Italia un fatturato di 437,5 miliardi di euro (+15,9% sull’anno precedente), e un’occupazione di circa due milioni di persone, ponendo il nostro paese al terzo posto in Europa per importanza del settore.

Dal punto di vista strutturale, si segnala l’evoluzione del tessuto imprenditoriale agricolo verso forme organizzative maggiormente complesse e moderne. La fuoriuscita di unità produttive dal settore determina il contestuale rafforzamento della dimensione media, a cui si aggiunge l’aumento delle forme societarie, a fronte di una significativa riduzione delle ditte individuali.

Analoghi percorsi si registrano, nel 2023, per le altre componenti del sistema agro-alimentare, prima fra tutte l'industria alimentare e delle bevande, al cui interno diminuiscono le unità produttive, soprattutto a carico delle imprese individuali, mentre cresce il ruolo delle società di capitale. Trend positivo anche per le aggregazioni di imprese, come testimoniano i dati sulla cooperazione e sulle organizzazioni del settore agricolo e dell’industria alimentare, che intensificano i rapporti di rete, con un benefico effetto sull'intero settore agro-alimentare.

Buona la performance delle attività di diversificazione dell’agricoltura che, pur interessando poco meno del 6% delle aziende agricole italiane (quota che raddoppia per quelle condotte da giovani) producono oltre 15 miliardi di euro, pari circa a 1/5 dell’intero valore della produzione agricola italiana. L’analisi di dettaglio evidenzia che a scegliere questa opzione di rafforzamento dei redditi agricoli sono soprattutto le aziende maggiormente strutturate sotto il profilo economico e gestionale.

In allegato a questa EFA News il testo integrale dell'Annuario Crea.

Allegati
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EFA News - European Food Agency
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