Afta epizootica: primo focolaio in Europa dopo 14 anni
Malattia in un allevamento in Germania, dove non si riscontravano casi dal 1988
Dopo 14 anni, l'afta epizootica torna a manifestarsi in Europa. La presenza di un focolaio è stata riscontrata presso un allevamento di bufali nella regione Märkisch-Oderland, Brandenburg. L'annuncio è stato dato venerdì 10 gennaio dalla World Organisation for Animal Health (Woah), venendo poi confermato dal Friedrich-Loeffler-Institut (Fli).
Le autorità locali tedesche hanno adottato misure di controllo e protezione, riferisce una nota del Fli. Ulteriori test sono in corso presso il Fli per determinare la natura esatta del virus. Un team del Fli sta supportando le indagini sul focolaio sul campo.
L'afta epizootica non è una zoonosi, ovvero è una malattia puramente animale e non può essere trasmessa all'uomo. Si tratta di una malattia virale altamente contagiosa in particolare tra gli ungulati (bovini, ovini, caprini e maiali) ma può colpire anche molti animali selvatici o custoditi in giardini zoologici.
Pur vigendo norme internazionali molto severe per la prevenzione e il controllo dell'afta epizootica, non sussiste alcun trattamento per gli animali infetti. Se anche un solo animale in una fattoria è infetto, tutti gli altri capi di bestiame devono essere abbattuti e smaltiti.
L'ultimo focolaio di afta epizootica in Germania si era verificato in Bassa Sassonia nel 1988, mentre l'ultimo focolaio in Europa era stato segnalato in Bulgaria nel 2011. Prima di allora, il Regno Unito era stato colpito da un'importante epidemia, estesasi poi in Francia, Irlanda e Paesi Bassi.
Il virus dell'afta epizootica rimane endemico in Turchia, Medio Oriente e Africa, molti Paesi asiatici e alcune zone del Sud America. I prodotti animali importati illegalmente da questi paesi rappresentano una minaccia costante per l'agricoltura europea.
EFA News - European Food Agency