Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Cibo "bio": cresce consumo ma anche rischio confusione

Secondo rapporto Nomisma-AssoBio, la scritta "residuo zero" genera forte interesse nel consumatore

Il marchio Bio resta sinonimo di salubrità e sostenibilità, quest’ultima viene garantita dalla presenza del marchio biologico ma, per definire l’impatto ambientale di un prodotto alimentare, sempre di più il consumatore si affida anche a claims on pack relativi ad attributi ambientali e alle caratteristiche dei metodi di produzione. Cresce dunque la necessità di fornire al consumatore una maggiore consapevolezza rispetto alle garanzie e i valori che il sistema biologico offre al consumatore e alle profonde differenze che esistono tra la certificazione bio ed altri green claims che stanno caratterizzando l’offerta a scaffale. Tra questi i prodotti “Residuo Zero” generano forte interesse nel consumatore italiano, nonostante la bassa consapevolezza rispetto agli elementi distintivi e alle caratteristiche che questo claim incorpora.

Sono alcuni dei temi presentati oggi da Nomisma in occasione del convegno organizzato in collaborazione con AssoBio dal titolo “Oltre il biologico-Innovazione, Fiducia e Sostenibilità per un Nuovo Rapporto con il Consumatore” tenutosi oggi a Bologna in occasione di Marca 2025 - salone internazionale della Marca del Distributore di BolognaFiere.

Nel corso del 2024 Nomisma ha rilevato un interesse crescente rispetto ai prodotti bio tanto che almeno un prodotto alimentare di questa tipologia è stato acquistato dal 93% della popolazione italiana con età compresa tra i 18 e i 65 anni (pari a 24 milioni di famiglie). Un grande balzo in avanti se si considera come soltanto 12 anni fa (2012) la percentuale di popolazione propensa all’acquisto di almeno un prodotto bio era del 50%.

L’indagine Nomisma su un campione rappresentativo della popolazione italiana, mette in luce come i consumatori italiani abbiano scarsa consapevolezza riguardo alle garanzie offerte dai prodotti alimentari freschi o trasformati che riportano in etichetta il claim “Residuo Zero”: ad esempio 2 consumatori su 3 ritengono, erroneamente, che il metodo di produzione collegato a questi alimenti non preveda affatto l’utilizzo di chimica di sintesi, una percezione particolarmente diffusa tra chi non consuma prodotti biologici e, più in generale, tra chi non conosce le differenze tra la certificazione biologica e il claim “Residuo Zero” (il 50% dei consumatori risulta disinformato rispetto a tale ambito).

In questo contesto, nonostante la maggioranza degli italiani sia perfettamente consapevole delle maggiori garanzie offerte dal marchio biologico (54%), si rileva comunque una quota del 23% di consumatori che considera le referenze senza residui del tutto simili ai prodotti biologici e un ulteriore 23% che ritiene addirittura superiori le garanzie offerte dal claim rispetto al sistema produttivo bio certificato.

Nonostante le asimmetrie informative che aleggiano attorno alle due diverse proposte a scaffale, in media i consumatori attribuiscono ai prodotti biologici un valore più elevato rispetto a quelli etichettati come Residuo Zero sotto diversi punti di vista. Vedendo a scaffale un prodotto bio, l’82% dei consumatori pensa ad un prodotto sostenibile dal punto di vista ambientale (contro il 77% riferito a referenze senza residui), il 71% a processi produttivi che escludono l’uso di chimica di sintesi per combattere le principali avversità delle piante (contro un 66%).

Le maggiori garanzie riconosciute al sistema bio si traducono in maggior valore aggiunto in termini di sicurezza per la salute, trasparenza nei processi di controllo lungo la filiera (19%) e migliori proprietà nutrizionali degli alimenti (14%). Sul bio vi è dunque una maggiore consapevolezza di valori e garanzie tra la popolazione rispetto al meno conosciuto “Residuo zero” (su cui il 50% ritiene di non avere informazioni chiare).
 
Tra le informazioni che più di altre esaltano e caratterizzano il modello bio nella percezione dei consumatori italiani: il metodo di produzione sostenibile e l’impegno per la tutela e la salvaguardia del suolo (indicati dal 79% dei consumatori tra i principali aspetti che i consumatori riconoscono al bio in termini di valore aggiunto), la qualità e la tracciabilità dei prodotti, garantite dalla presenza di una certificazione europea (76%) e l’assenza di prodotti di sintesi, come fitofarmaci e concimi chimici, segnalata dal 73% dei consumatori.

lml - 47106

EFA News - European Food Agency
Simili
◄ Torna alla pagina precedente