Italmopa. L'AI opportunità anche per l'industria molitoria
Dibattito a Sigep su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità a 360 gradi
Il comparto dell'industria molitoria è uno dei più 'tradizionali' dell'agroalimentare italiano. Ciò non vuol dire che l'innovazione non sia praticata in tutte le sue forme, compresa - da qualche tempo - l'intelligenza artificiale. Se n'è parlato ieri, a Riminifiera, nel corso della tavola rotonda sul tema "Industria molitoria italiana: nuove vie per la crescita", promosso da Italmopa, nella cornice di Sigep World 2025.
Introdotta dal presidente di Italmopa Andrea Valente e moderata dal giornalista Alessio Romeo, la conferenza ha visto in prima battuta l'intervento di Maurizio Notarfonso, responsabile Laboratorio Innovazione delle Filiere Agroalimentari presso Enea, sul tema: "I driver di innovazione tecnologica in materia di sostenibilità socio-economica-ambientale a beneficio degli operatori della filiera agroalimentare". Lo studioso ha messo in luce, come punto di partenza, l'"elemento di congiunzione tra uomo e ambiente" rappresentato dal cibo. Ciò induce i produttori ad "aumentare la produzione sostenibile" ai fini di "prevedere l'impatto del cambiamento climatico". I nuovi modelli e i nuovi approcci passano anche per la "responsabilizzazione dei consumatori": in tal senso una "filiera sostenibile e integrata nei territori" garantisce una "diminuzione degli impatti antropici", ha sottolineato Notarfonso.
Da parte sua, Matteo Demartini, Senior Manager presso Deloitte, ha ricordato che la sostenibilità non è più solo un "tema di compliance" ma anche un "tema di mandato e di competizione". Inoltre, l'innovazione non può più fermarsi al "prodotto" ma è diretta al "processo" e ai "canali". In questo scenario, le aziende agricole italiane vivono "sfide molto forti nella gestione dei costi" e, più di altre, soffrono gli impatti del cambiamento climatico sulla produttività, parametro nel quale, recentemente, l'Italia è retrocessa dal secondo al terzo posto in Europa, dietro Francia e Germania. I comportamenti volti a frenare tale dinamica sono, tra gli altri, l'ottimizzazione del prodotto già comprato e la riduzione degli sprechi: è in particolare la fascia d'età over55 ad essere sensibile a tale obiettivo, mentre i giovani - pur essendo non meno sensibili - "preferiscono non privarsi di beni ritenuti essenziali", ha puntualizzato Demartini, indicando tra le ulteriori variabili, la "crescente domanda di consumatori che soffrono di intolleranza alimentare" e la tendenza a vedere nel cibo una forma di prevenzione delle malattie. Per il settore molitorio, in particolare, il plant-based è visto come una "opportunità interessante".
La variabile dell'intelligenza artificiale è stata trattata nell'intervento conclusivo, quello di Mauro Cerea, Digital Enterprise and Cybersecurity OT Manager presso Siemens. In un Paese come l'Italia, fortemente penalizzato dal declino demografico, che favorisce la "carenza di competenze", l'intelligenza artificiale "non sostituisce il lavoro umano", semmai "lo migliora e lo trasforma". Fondamento dell'intelligenza artificiale sono i "dati", che aiutano, in ultima analisi a "prevenire i guasti" e a "migliorare il prodotto finale", ha spiegato Cerea.
EFA News - European Food Agency