Toscana: verso la nascita di un distretto rurale castanicolo
Produttori, imprese e istituzioni insieme per fare sinergia e rilanciare un comparto strategico
Primo passo a Firenze per la costituzione del ‘Distretto rurale castanicolo toscano’, percorso che sta portando avanti Anci Toscana. Nel Saloncino del complesso delle Murate, il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, con Eleonora Ducci, sindaca di Talla e delegata da Anci Toscana per la forestazione, ed Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano e delegato Anci dei distretti del cibo, si sono riuniti con i rappresentanti delle associazioni castanicole, delle istituzioni, delle organizzazioni agricole e del mondo cooperativo, per ufficializzare la proposta della nascita di un distretto rurale castanicolo unico per tutta la Toscana.
“La Toscana", ha sottolineato Saccardi, "è la seconda regione dopo la Campania per la quantità di castagneti da frutto, ha sei denominazioni tutelate legate al castagno, e ha un territorio nel quale la castanicoltura è sempre stata una risorsa straordinaria. Una risorsa che comunque vive i suoi momenti di difficoltà. La Regione in questa legislatura ha investito molto sul castagno, sia attraverso le risorse della Strategia forestale nazionale, sia attraverso la valorizzazione di chi fa castanicoltura nei bandi del Psr prima e Csr oggi, ma è indubbio che i cambiamenti climatici e lo spopolamento delle aree montane incidono sulla manutenzione, la conservazione l’utilizzo del castagno”.
“L’idea pertanto", ha aggiunto la vicepresidente, "di costruire un distretto ad hoc è venuta per provare a mettere in sinergia i tanti soggetti del territorio, imprese, istituzioni, soggetti pubblici, associazioni agricole e commerciali per individuare insieme una strategia per il rilancio della castanicoltura. Rilanciare la castanicoltura della Toscana avrà un valore enorme non solo sul piano economico, ma anche sociale, ambientale e culturale, per quello che rappresenta per le aree boschive. che è così importante per la salvaguardia del territorio non ultimo del suo aspetto idrogeologico per i prodotti che offre, per il lavoro che dà e per mantenere la popolazione nelle aree interne e montane”.
Come detto, la Toscana risulta la seconda regione in Italia dopo la Campania per importanza dei castagneti da frutto, rappresentando il 18% delle aziende e il 20% delle superfici rispetto ai totali nazionali. In Toscana ci sono 6 denominazioni tutelate legate al castagno: Castagna del Monte Amiata Igp (castagne fresche e secche); Marrone del Mugello Igp (castagne fresche e secche, farina); Marrone di Caprese Michelangelo Dop (castagne fresche e secche); Farina di castagne della Lunigiana Dop (farina); Farina di Neccio della Garfagnana Dop (farina); Miele di castagno Dop della Lunigiana. A queste denominazioni si aggiungono ben 17 prodotti agro-alimentari tradizionali, prodotti della Toscana a base di castagne e marroni.
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