Si è spento a 89 anni Italo Maccari, re dello spumante
Lutto nel mondo del vino trevigiano: se n'è andato l'imprenditore che ha cambiato la conservazione del vino
proprio lui il presidente e rappresentante legale delle aziende di famiglia, insieme ai figli Silvia e Filippo, che ricoprono i ruoli di amministratori delegati rispettivamente delle aziende Maccari, situata a Visnà di Vazzola (TV) e Maccari Spumanti, quest’ultima collocata a San Vendemiano (TV).
In gioventù, dopo le scuole medie, Italo Maccari ha frequentato ragioneria al Collegio Brandolini. Dopo il diploma ha continuato gli studi, laureandosi in Economia e commercio all’Università di Trieste, mettendo insieme lo studio e il lavoro all’interno della cantina di proprietà del padre, sorta nel 1898. Negli anni Sessanta avvenne l’acquisto della Maccari Spumanti, al tempo chiamata Peccolo Spumanti. Nel 1969 si è sposato con Marisa Artico: dal matrimonio sono nati due figli, ovvero Filippo, nato il 10 luglio 1970, e Silvia, nata il 2 luglio del 1976, attualmente alla guida di un’azienda che “da quattro generazioni tramanda la cura e la passione nel fare il vino”. Una famiglia coronata poi dalla nascita del nipote Edoardo, il 17 luglio 2008, figlio di Silvia e rappresentante della quinta generazione della famiglia Maccari.
Come ha fatto sapere la famiglia in una nota, “la sua grande lungimiranza ha fatto sì che la Maccari sia attualmente una delle aziende leader del mercato dei vini di qualità, in fusto di acciaio da 25 litri. Era la fine degli anni Ottanta quando Italo decise, con grande coraggio e spirito imprenditoriale, di investire in un recipiente per il vino, allora semplicemente sconosciuto e ritenuto decisamente costoso. Il mercato del vino in damigiana era costantemente in calo, a causa del fatto che la damigiana, una volta aperta, entrava in contatto con l’aria e il vino andava quindi consumato velocemente. Inoltre la damigiana stessa era pesante e di difficile pallettizzazione. Il fusto, invece, essendo saturo di azoto e perfettamente sigillato, dava la massima garanzia di conservazione ottimale del vino, rivelandosi decisamente green (essendo un vuoto a rendere. Il mercato gli ha dato ragione e da lì l’azienda è sempre cresciuta, investendo continuamente in tecnologia e innovazione. Attualmente possiede un impianto che produce 300 fusti/h e un imbottigliamento da 600 bottiglie/h, tutti perfettamente automatizzati”.
Il rito funebre si svolgerà venerdì 31 gennaio alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Visnà.
EFA News - European Food Agency