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Bistecca vegetale, in Francia tutto da rifare sull'uso dei termini

Il Consiglio di Stato annulla i decreti del governo che vietano i nomi di carne animale per prodotti a base vegetale

Non ha tregua il botta e riposta tra il governo francese e i tribunali circa l'uso (o il divieto) del termine "bistecca" o "salsiccia" per quanto riguarda la carne vegetale. A dare corpo a un'altra puntata della diatriba (che non riguarda solo la Francia) è arrivata nei giorni scorsi una sentenza del Conseil d'État, il Consiglio di Stato francese secondo cui "La Francia non può vietare l'uso di nomi comuni per alimenti di origine animale per commercializzare alimenti contenenti proteine vegetali". Un colpo di spugna su una serie di lweggi che il governo ha varato proprio per impedire l'uso, a sua detta improprio, di alcuni termini se si parla di carne vegetale. 

Nella sentenza della Corte del 28 gennaio 2025 Il Consiglio di Stato francese spiega: "a seguito di un ricorso da parte di aziende e associazioni di categoria il Consiglio di Stato ha annullato due decreti che vietavano di denominare i prodotti contenenti proteine vegetali utilizzando termini da macelleria, salumeria e pescheria come 'bistecca' o 'salsiccia'. 

"Nel 2020 -scrive l'Alta corte amministrativa-, il parlamento ha vietato l'uso di termini utilizzati per designare alimenti di origine animale per commercializzare prodotti contenenti proteine vegetali come “bistecche di soia”, “salsicce vegetali”, ecc.(leggi notizia EFA News). Il Governo ha specificato questo divieto in un decreto del 29 giugno 2022, (leggi notizia EFA News), seguito da un decreto del 26 febbraio 2024". Ma lo stesso tribunale ha respinto queste mozioni con un'altra sospensione nell'aprile 2024 (leggi notizia EFA News).

Adesso arriva questa nuova sentenza. "A seguito di una segnalazione da parte di aziende e associazioni di categoria -prosegue l'ultima sentenza- il Consiglio di Stato ha deferito la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) prima di pronunciarsi sulla legalità di questi decreti. Lo scorso ottobre, la CGUE ha stabilito che i regolamenti europei affrontano pienamente la questione a livello europeo e precludono agli Stati membri dell'UE l'emanazione di misure nazionali che regolamentano o vietano l'uso di denominazioni comuni o descrittive, diverse da quelle legali, per descrivere, commercializzare o promuovere prodotti alimentari contenenti proteine vegetali".

"In conformità a questa sentenza della CGUE -conclude la sentenza-, il Consiglio di Stato ha stabilito che i decreti del 2022 e del 2024, che vietavano l'uso di denominazioni comuni o descrittive, costituite da termini dei settori della macelleria, salumeria e pescheria, per descrivere, commercializzare o promuovere prodotti alimentari contenenti proteine vegetali, sono illegittimi in quanto contrari alla normativa europea".

Fc - 47547

EFA News - European Food Agency
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