Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Verbania, i lavoratori di Barry Callebaut incrociano le braccia

Bloccata la produzione: le proposte del management "inaccettabili"

Si fa sempre più tesa la situazione di Barry Callebaut a Verbania, in Piemonte, dove il colosso del cioccolato ha uno stabilimento in via di dismissione. Da ieri, 3 febbraio, alle 16 un centinaio di dipendenti rimasti in servizio allo stabilimento di Intra della multinazionale Barry Callebaut sta incrociando le braccia. La situazione è esplosa al termine dell’assemblea, quando il rappresentante del sindacato Fai Cisl Emilio Capacchione ha riportato l’esito del tavolo sindacale chiuso con quello che i sindacati hanno definito "un punto di non ritorno nel calpestare la nostra dignità".

A far esplodere la situazione è stato ieri, alla riunione nella sede di Verbania dell’Unione industriale, il responsabile delle risorse umane di Barry Callebaut, Alessio Macrì il quale si è presentato alla Cisl e alle Rsu, dopo una settimana di riflessione sulle richieste avanzate dai lavoratori, con una serie di proposte che i sindacati hanno definito con un termine solo: "irricevibili". Questo, sottolineano i sindacati, dopo che la multinazionale svizzero-belga aveva espresso in più contesti, non da ultimo al tavolo di crisi presieduto in Regione dalla vice presidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino, "la disponibilità ad assistere i lavoratori nella maniera migliore". Addirittura a ottobre scorso 2024, la multinazionale del cioccolato aveva rassicurato, al tavolo convocato dal Mimit, circa una reindustrializzazione del sito con chiusura graduale (leggi notizia EFA News). A questo proposito, fanno sapere i sindacati, Vertus, società di consulenza incaricata di sondare le possibilità di reindustrializzazione, sta portando avanti una ricerca di imprenditori interessati a subentrare nel sito di Verbania: qualcuno, dicono dal sindacato avrebbe manifestato "intenzioni incoraggianti, ma ancora deve venire a Verbania per il sopralluogo".

Tornando ai fatti di ieri, il management ha sparigliato le carte aprendo, in pratica, una procedura di licenziamento collettivo, in cui i dipendenti della Barry Callebaut di Intra riceveranno quanto la legge prevede per la cassa integrazione straordinaria per cessazione, ma senza un’entità di buonuscita in cui confidavano. "Una somma -sottolinea Capacchione- non per accompagnare verso la pensione, perché qui tutti hanno un’età ancora lontana dal ritiro dal lavoro, ma almeno da consentire di vivere in attesa di trovare un altro impiego. Proprio il sindacalista riporta come per esuberi nella fabbrica di San Sisto, a Perugia, lo scorso anno questi bonus siano stati concessi in concomitanza con un piano di rilancio per lo stabilimento (leggi notizia EFA News).

Anche per questo ieri i lavoratori hanno dichiarato il "fermo delle attività produttive fino a data da destinarsi". Uno stop che arriva, sottolineano i sindacati, dopo mesi in cui gli operai hanno garantito la produzione di semilavorati di cioccolato per fare fronte a molti ordinativi, nonostante l’annuncio a bruciapelo, lo scorso 5 settembre, della volontà di dismettere in modo accelerato lo storico sito produttivo di Intra (VB) suscitando subito reazioni durissime (leggi notizia EFA News). 

Giovedì 6 febbraio alle 14,30 i dipendenti della multinazionale (che chiedono sostegno da parte della cittadinanza) manifesteranno a Intra davanti alla sede dell’Unione industriale Vco, a cui Barry Callebaut è iscritta. Martedì 11 febbraio è previsto un altro incontro tra i sindacati e azienda. Bocche (quasi) cucite dalla società che conferma solo di avere "fissato un nuovo tavolo sindacale per martedì prossimo" e che ad aprile comincerà a dismettere la fabbrica, per arrivare alla chiusura a giugno.




Fc - 47660

EFA News - European Food Agency
Collegate
Simili
◄ Torna alla pagina precedente