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Il f&b prepara la class action contro il cartello del cartone ondulato

Intervista a Luisa Capitanio di Unilegion che si occupa dell'azione collettiva: in ballo 2 mld di rimborsi

Sono oltre 250 e quasi tutte parte del settore food and beverage in Italia le aziende che hanno deciso di partecipare alla class action contro quello che è stato definito il "cartello del cartone ondulato". L'azione collettiva è stata lanciata da Unilegion, società attiva in Europa specializzata nell'organizzazione e gestione di azioni legali collettive occupandosi di procedure che vanno dall'analisi del caso, all'impostazione legale, acquisizione, supporto dei clienti e valutazione dei documenti.

La class action, di fatto, è una reazione a quanto accaduto tra il 2004 e il 2017 quando il settore del cartone ondulato ha subito un aumento ingiustificato dei prezzi, causato da un cartello tra 34 produttori, poi sanzionati nel 2019 dall'Agcm, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. 

L'azione collettiva, sottolinea Unilegion, rappresenta un'opportunità importante per le aziende italiane, in particolare per quelle operanti nel settore food & beverage, che costituiscono una parte significativa del mercato degli imballaggi in cartone ondulato: il 60% di quello prodotto in Italia è destinato al settore alimentare, che include prodotti freschi, ortofrutta, carne, pesce e bevande. Non solo. L'Italia è leader europeo nella produzione di cartone ondulato, seconda solo alla Germania, e una parte rilevante di questa produzione è destinata proprio al comparto alimentare. 

Il "cartello" che avrebbe spadroneggiato per oltre 13 anni, avrebbe danneggiato non poco le imprese di questo comparto, che da anni si affidano a soluzioni di imballaggio sostenibili e riciclabili: gli aumenti di prezzo causati dai cartelli sono stati del 10-20% o più. Non a caso si parla di un possibile "rimborso" di circa 2 miliardi di Euro, se la class action venisse avviata e ottenesse l'effetto sperato.

"La campagna è terminata a fine novembre 2024 dopo un anno e mezzo, ma teniamo ancora aperta la possibilità di aderire per le aziende che vengono a sapere solo adesso di questa iniziativa: continueremo ad accogliere adesioni fino a marzo, chiudendo tutto nel primo trimestre 2025 -spiega Luisa Capitanio country director Italy di Unilegion-. Quelle che abbiamo raccolto finora sono tutte aziende del comparto alimentare, anche in senso lato, tra lattiero-caseario, carne, frutta e verdura, vini. Il cartello c'è stato, è evidente: si tratta solo di capire il quantum dei rimborsi. Questo lo vedremo quando un'azione collettiva come la nostra arriverà in Tribunale, dove si cercherà di determinare quello che è stato pagato in più. Rispetto a questo le aziende potranno avere il loro rimborso".

Come spiega Capitanio, e come abbiamo accennato, tutto parte da una sentenza dell'Autorità Garante del 2019 che, dopo un'indagine andata avanti per 2 anni dal 2017 al 2019, ha sanzionato 30 aziende produttrici di cartone ondulato accusate di avere "fatto cartello". Per l'esito della procedura dell'Agcm sono state fondamentali le testimonianze di alcuni produttori che si sono resi disponibili a fornire informazioni utili all'indagine: anche in base a queste testimonianze, l'Agcm ha riscontrato che c'era stato un accordo illegale che aveva condizionato i prezzi di mercato.

Il cartone ondulato è un materiale di basso valore ma viene utilizzato tantissimo soprattutto nel comparto alimentare. I fornitori di chi lo utilizza generalmente sono geograficamente vicini: un'azienda italiana non andrà mai a comprare il cartone in Germania perché è antieconomico. Ebbene, sottolinea Capitanio, ripercorrendo le fasi cruciali della questione, tra il 2004 e il 2017, quindi per ben 13 anni, l'Autorità garante ha appurato che "una serie di produttori avevano concordato una modifica dei prezzi condizionando, di fatto, il mercato. Tutti quelli che hanno acquistato il cartone in quel periodo hanno pagato un sovrapprezzo". Di cui oggi chiedono conto. Negli anni, i produttori di cartone elencati nella pronuncia dell'Autorità garante hanno fatto ricorso: tutti i ricorsi sono stati respinti dal Tar Lazio e poi dal Consiglio di Stato.

"Tante aziende hanno avuto questo danno acquistando il cartone ondulato in quel periodo -aggiunge Capitanio-. La nostra azione è a tutela di quelle aziende, non importa a quale settore appartengano: l'importante è che abbiano acquistato questo materiale nel periodo considerato. Andremo a fare una causa collettiva, una class action, fornendo a queste aziende un servizio multiplo: loro ci devono solo fornire la documentazione probatoria degli acquisti effettuati, noi facciamo l'attività di organizzazione documentale per poterli valorizzare. I nostri legali costituiranno una causa unica che servirà a chiedere la restituzione del maggior prezzo che è stato pagato".

L'azione legale sarà gestita in team dallo studio legale Trevisan & Cuonzo e dall’avvocato Nicolò Manzini, esperti di diritto della concorrenza e di private enforcement, insieme agli economisti di fama internazionale Charles Rivers Associates. Questo gruppo di esperti metterà a disposizione del progetto di azione collettiva, nell'interesse di tutte le aziende partecipanti, incluse quelle alimentari, il proprio know-how per garantire il massimo risarcimento possibile, senza che le stesse debbano sostenere costi anticipati o rischi finanziari.

Fc - 47788

EFA News - European Food Agency
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