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CLARA MOSCHINI

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Apicoltura. Crea: primato italiano di api regine

Fino a 700 mila esemplari, pari a circa un terzo della produzione complessiva dell’UE

Il Gruppo di Apidologia del Crea Agricoltura e Ambiente è ad Apimell - la più importante Mostra Mercato Internazionale specializzata nel settore apicoltura - in programma dal 7 a 9 marzo a Piacenza, con uno stand in cui si presentano e si illustrano le sue tante attività per l’apicoltura, le api, gli impollinatori, il miele, i prodotti dell’alveare. Inoltre, insieme a tanto altro materie informativo e formativo, si distribuirà un numero speciale di Creafuturo dedicato alle api.

Il numero di Creafuturo intende far conoscere questo mondo di dolcezza, legato alle api e a chi le alleva, che coniuga agricoltura, ambiente, alimentazione e su cui la Ricerca Crea è attivamente impegnata. Non possono mancare naturalmente i consigli degli esperti per un acquisto intelligente ed un consumo sano di miele.

L'apicoltura nel nostro Paese (75mila apicoltori e circa 1.700.000 alveari che collocano l’Italia rispettivamente al quinto e al terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea) ha potuto contare sulla varietà di climi, paesaggi, ambienti naturali, fiori e piante, caratteristici del nostro territorio, per prodotti unici. L’Italia è la zona di origine di Apis mellifera ligustica, nota in tutto il mondo come “ape italiana”, e vanta il primato nella produzione europea di api regine: fino a 700 mila api regine l’anno, pari a circa un terzo della produzione complessiva dell’Unione. Ma è anche zona di origine di un’altra importante sottospecie: Apis mellifera siciliana, che ha caratteristiche di adattamento al clima caldo-arido della Sicilia, particolarmente interessanti oggi, al tempo del cambiamento climatico. Cruciali per la biodiversità, le api selvatiche, sono sempre più oggetto di studio e monitoraggio. I ricercatori però sono concentrati sulle minacce all’apicoltura e alle api, acuite dal cambio climatico e dalla globalizzazione. Parliamo di acari parassiti (per esempio il Varroa), infezioni microbiche e virali, nuovi parassiti e avvelenamenti da fitofarmaci.

Il Gruppo di Ricerca sulle Api del Centro Agricoltura Ambiente ha raccolto l’eredità quasi centenaria dell’Istituto Nazionale di Apicoltura, ampliando nel corso degli anni le tradizionali competenze apidologiche ad ambiti quali la patologia, la nutrizione, la genetica, il biomonitoraggio, l’ecotossicologia, fino ad includere gli apoidei selvatici e la valorizzazione del miele e dei prodotti dell’alveare.

Un team altamente specializzato - tra i più numerosi al mondo - di 25 persone, tra cui 13 ricercatori, impegnati in rilevanti progetti nazionali ed internazionali, in grado di intercettare e sostenere la richiesta di innovazione e conoscenza della filiera; di gestire i tre Albi nazionali (istituiti dal Ministero dell’Agricoltura) che raccolgono i professionisti legati al mondo apistico (gli allevatori di api italiane, gli esperti in analisi sensoriale del miele, i melissopalinologi) e di supportare le attività produttive e commerciali, mediante il Laboratorio Api.

“Quello apistico", dichiara Luigi D’Eramo, sottosegretario Masaf con delega alle api, "è un settore strategico per l’agroalimentare italiano, per il ruolo che riveste per l’agricoltura, l’ambiente, la salvaguardia della biodiversità. E il Crea, con il suo lavoro di ricerca, darà un valido contributo per affrontare le sfide dei prossimi anni”.

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EFA News - European Food Agency
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