Granchio blu continua a proliferare
Si prepara un'ondata di pescato ancora più massiccia rispetto a quella del 2024

"Il granchio blu ha ammazzato il settore, peggio del Covid". Sono le parole di Vadis Paesanti, vicepresidente regionale FedagriPesca Confcooperative Emilia Romagna a pochi giorni dalla partenza della raccolta e dello sbarco sui mercati della nuova ondata di granchio blu. Un'ondata di pescato che si annuncia ancora più massiccia rispetto a quella del 2024.
"Ci siamo riuniti nei giorni scorsi con il commissario Caterino per capire, insieme Comuni, regione e Asl, come partire con la campagna di raccolta e smaltimento -spiega Paesanti-. Come nei 2 anni precedenti le marinerie di Goro (FE), Gorino (FE) e Comacchio (FE) si organizzano con il Consorzio unitario che raggruppa 52 cooperative per oltre 1.700 acquacoltori associati, pronti per iniziare la fase di raccolta e sbarco in banchina del granchio".
Quest'anno, par di capire, sarà ancora più dura. "Se l'anno scorso sono state raccolte 967 tonnellate di granchi, quest'anno saranno molte ma molte di più. Speriamo che le ditte si stiano organizzando a terra per ricevere granchio e lavorarlo in modo da non doverci accollare noi il costo di smaltimento. Ci sono femmine con uova e granchio piccolo: faremo in modo di raccoglierlo e sbarcarlo per vie diverse". Se tutto procede come l'anno scorso, finisce che il 50% del granchio raccolto andrà venduto tra mercato ittico e horeca.
I ricercatori dell’Università di Ferrara sottolineano che la popolazione è esplosa in anticipo rispetto al 2024 la terza invasione, dopo quella del 2023 e dell’anno scorso. Parliamo del cosiddetto killer delle vongole: non ce ne sono più a Porto Tolle (Rovigo, in Veneto) e meno del 10% della produzione a Goro e Comacchio, in provincia di Ferrara. Una femmina, dicono i ricercatori, può deporre da 2 a 4 milioni di uova: e così, in anticipo rispetto all'anno scorso, i pescatori si sono trovati davanti milioni di granchi blu, in anticipo. La colpa? L’aumento della temperatura dell’acqua. Il primo aumento di temperature ha attivato la specie in tutta la costa ferrarese.
C'è stato un periodo di relativa quiete, quasi un letargo, nei mesi invernali, con l'acqua a 8 gradi circa -spiega Paesanti-.Poi la temperatura è salita a 13 gradi ed è successo il patatrac. I granchi si sono risvegliati e hanno ripreso a riprodursi a velocità inimmaginabile". L’avanguardia dei piccoli granchi è stata avvistata già i primi giorni di marzo nelle acque salmastre da Goro alle valli di Comacchio.
EFA News - European Food Agency