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Ima di Vacchi vince la guerra dei brevetti

Battaglia per le cialde di caffè: sconfitta in Cassazione Cama1 con una nuova e inedita sentenza

Una sentenza inedita sui brevetti e la proprietà intellettuale ha decretato, dopo una battaglia legale durata oltre un decennio, la vittoria del gruppo Ima della famiglia Vacchi su Cama 1 della famiglia lecchese Bellante. Il contenzioso che vedeva protagonisti i due colossi italiani del packaging riguardava la tecnologia usata per il confezionamento delle cialde da caffè.

Nella causa intentata da Cama 1 Spa, la multinazionale di Garbagnate Monastero (LC), leader nella produzione di macchine per l’imballaggio nei settore alimentare, aveva accusato Ima di violare due suoi brevetti. In primo grado la società lecchese aveva ottenuto dal Tribunale di Milano il riconoscimento dei danni relativi all’utilizzo di uno due brevetti: conseguente la condanna di Ima a pagare oltre 1,3 milioni di Euro. In particolare, il gruppo lecchese aveva prodotto e venduto in esclusiva al gruppo nordamericano Keurig un macchinario per l’inscatolamento delle cialde di caffè. 

In appello i giudici avevamo ordinato a Ima di girare a Cama 1 tutti i profitti conseguiti vendendo i macchinari che incorporavano il dispositivo sotto brevetto. Mentre la causa procedeva, però, i brevetti in questione sono stati contestati all’Epo, l’ufficio europeo dei brevetti, perché ritenuti privi di novità e, alla fine, sono stati revocati definitivamente. 

In Cassazione è emersa una questione inedita: la possibilità di introdurre la conversione del brevetto in modello di utilità all’interno del processo, tradizionalmente più rigido e limitato ai profili di diritto già trattati nei precedenti gradi di giudizio. La Corte, accogliendo un’istanza dei difensori del gruppo Ima, ha riconosciuto l’importanza della questione e ha deciso di discuterla in pubblica udienza, anziché con il rito camerale normalmente previsto per i ricorsi civili. La decisione, che ha dettato la regola in questione, costituisce un nuovo e inedito principio per la materia brevettuale italiana.

"Si tratta -spiega Federica Santonocito, partner dello Studio Morri Rossetti & Franzosi, team che ha assistito la famiglia Vacchi per tutto il procedimento- di una sentenza innovativa perché riguarda il mutamento di un titolo brevettuale, da brevetto per invenzione a modello di utilità avvenuto durante il processo di Cassazione che, come è noto, è mero giudice del diritto e non del fatto. Pertanto, secondo la Cassazione, questo mutamento, pur essendo una facoltà concessa dalla legge al titolare di un brevetto, non può costituire una deroga alle preclusioni processuali e comporta la necessità di cassare senza rinvio la sentenza di appello".

Fc - 48934

EFA News - European Food Agency
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